Simbolo della Roma, attaccante estremamente prolifico, esordì in Serie A con il Genoa nel 1973. Nato a Crocefieschi il primo aprile 1955, Pruzzo iniziò subito a segnare molti gol. Nel Genoa, dove rimase fino al 1978 segnò 57 gol in 143 partite. Poi passò alla Roma dove rimase per dieci bellissimi anni durante i quali giocò 240 partite segnando 106 gol. Con la maglia giallorossa vinse tre titoli come capocannoniere nel 1981 (18 gol), 1982 (15 gol) e 1986 (19 gol). Con lui in campo la Roma vinse 4 Coppe Italia e soprattutto lo scudetto della stagione 1982-83. Finì poi la carriera alla Fiorentina. Incredibilmente non ebbe mai successo in Nazionale dove giocò soltanto sei partite. Nel 1982 Bearzot non lo convocò nemmeno nonostante venisse da due anni di capocannoniere in Serie A.
Qualche tempo dichiarò alla Gazzetta dello Sport di aver pensato più volte al suicidio poi aggiunse: “La vita continua ad essere una sfida, come quand’ero sul campo, innanzitutto con me stesso”. Poi aggiunse: “Cosa mi resta della mia carriera da centravanti? I gol sbagliati e le sconfitte. Delle vittorie ho goduto poco, perché sono subito volate via. Le sconfitte no, sono rimaste qui. E ancora ci combatto. La retrocessione in B del Genoa causata anche da un mio rigore sbagliato e la finale di Coppa Campioni persa con il Liverpool (nonostante il mio gol…) ancora mi vengono a trovare ogni tanto”