La Flat Tax (trad. tassa piatta), nuovo modello di imposizione agevolata sui redditi di imprenditori e liberi professionisti, è un processo fiscale che permette, in termini di aliquota, di adottare a tutti i contribuenti la stessa tassazione. La Flat Tax è divisa in due regimi fiscali ben contraddistinti:
Superata la soglia dei 100mila euro si ritorna al regime comune delle partite Iva: con redditi che convergono poi nell’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) dei titolari, fatti tassare all’aliquota marginale.
L’audacia di questo sistema è quindi la totale assenza di legame col reddito personale del singolo lavoratore, differenza sostanziale dai sistemi di tassazioni progressiva che invece, del reddito dei contribuenti, ne tengono conto eccome. In Italia, che attualmente adotta un sistema progressivo, l’Irpef si applica su frazioni che vanno dal 23 al 43 percento: i contribuenti che guadagnano meno di 15mila euro versano allo stato il 23 percento, chi ricava più di 75mila euro versa il 43 percento. La Flat Tax si pone l’arduo intento di uniformare questa forma di tassazione sotto la medesima aliquota fiscale, cercando di limitare il più possibile gli episodi di evasione fiscale.
Molte testate giornalistiche restano comunque scettiche davanti alla nuova riforma nata dalle mani congiunte di Lega e M5S, in particolare vedono la Flat Tax come un metodo forse fiacco per circoscrivere e limitare l’ondata evasiva in Italia. Come in ogni cosa non ci resta che aspettare per avere una risposta e vedere quali siano i reali effetti di questa riforma.