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“Facebook chiude”, clamorosa rivelazione di Mark Zuckerberg

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“Facebook chiude”, clamorosa rivelazione di Mark Zuckerberg. 

Mark Zuckerberg in una conferenza stampa telefonica rivela di aver pensato seriamente di chiudere Facebook, un evento che avrebbe davvero dell’incredibile e che getterebbe scompiglio in centinaia di milioni di persone. Ecco le parole dell’ideatore e fondatore del social network più importante alla domanda se avesse mai pensato di chiudere Facebook: “Sì. Ci abbiamo pensato in diverse occasioni, nel 2010 e poi qualche mese fa, per difendere la privacy delle persone coinvolte nella fuga di dati”. 

Zuckerberg poi aggiunge in merito alle influenze russe via social network sulle elezioni di Trump: “Ci sono molte cose che farei diversamente oggi. Il nostro grande errore è stato non capire che si trattava di una campagna coordinata, avremmo dovuto reagire meglio e abbiamo impiegato due anni per costruire un sistema capace di riconoscere interferenze simili. Ma anche gli altri affineranno le loro tattiche, dobbiamo essere concentrati sul nostro lavoro e giocare d’anticipo. L’articolo afferma che sapevamo dell’attività russa già nella primavera del 2016, ma siamo stati lenti a indagare su di essa ad ogni livello. Questo non è vero. Come Cda abbiamo spinto in effetti Mark e Sheryl ad agire più velocemente, ma asserire che fossero al corrente della attività russe e che avessero cercato di ignorare le indagini o insabbiarle è gravemente ingiusto. Suggerire che non eravamo interessati alla verità, che volevamo nascondere cosa sapevamo o che volevamo impedire lo svolgimento delle indagini è semplicemente falso”.

Infine Zuckerberg spiega dei nuovi strumenti in mano a Facebook per controllare e monitorare meglio contenuti inadatti: “Il miglioramento più importante nell’applicazione delle nostre politiche è l’uso dell’intelligenza artificiale per segnalare in modo proattivo i contenuti potenzialmente problematici al nostro team di revisori e, in alcuni casi, anche per intervenire automaticamente sui contenuti. Questo approccio ci aiuta a identificare e rimuovere una percentuale molto maggiore di contenuti dannosi, e spesso possiamo rimuoverli più velocemente, prima che qualcuno li veda, anziché aspettare che vengano segnalati”.

Francesco Baglio

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Francesco Baglio