L’annuncio shock di Ryanair di chiudere alcune basi in Italia a causa dei costi troppo alti, rilasciato circa un mese fa, sta piano piano attuandosi. Tra il 2016 e il 2017 la compagnia low cost irlandese concentrerà il suo traffico solo sul alcuni aeroporti italiani, chiudendo di fatto alcune basi o tagliando alcune destinazioni.
Una notizia che ovviamente piacerà poco ai viaggiatori oramai abituati a poter volare pressoché ovunque in Europa e in Italia a poco prezzo. La Ryanair ha puntato il dito contro la tassazione italiana che con una legge del 2012 ha stabilito un aumento della tassa d’imbarco destinata a finanziare il fondo di solidarietà dei piloti ex Alitalia. La chiusura delle basi è quindi un segno di protesta per l’aumento della tassa d’imbarco, ma c’è chi sostiene che ciò non sia vero in quanto il sovrapprezzo ricade totalmente sul prezzo dei biglietti e quindi sui passeggeri e non sulla compagnia. La Ryanair quindi per alcuni sta solo giustificando quella che è una pura scelta di marketing.
Da fine marzo 2016 da alcuni aeroporti italiani la Ryanair non opererà più alcune tratte. Dall’aeroporto di Perugia verranno sospese le rotte da/per Cagliari e Brindisi e quelle su Barcellona- Girona e Dusseldorf-Weeze. Da Trapani sarà servita Roma Fiumicino e non più Roma Ciampino e dal 2017 con ogni probabilità la Ryanair abbandonerà l’aeroporto di Trapani e Catania per favorire il traffico su Palermo. In Sardegna petizioni popolari e quanto altro non sono riuscite a fermare la decisione della Compagnia Irlandese di non servire più Alghero. Dal 1° Novembre Ryanair, poi, lascerà anche Cagliari, con soli tre collegamenti nazionali. Stessa sorte per Pescara dove dal 31 ottobre prossimo non opererà più.
Ma per il momento nulla è cambiato e la Ryanair procede nella sua direzione. Ad essere più preoccupato è il comparto turistico che vedrà inevitabilmente crollare l’afflusso di viaggiatori e vacanzieri.