Il ‘Corriere’ racconta la malattia di una donna di milano sfociata in polmonite atipica nei primi giorni di gennaio, pare che possa essersi presa il Covid.
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La donna ha sviluppato i primi sintomi di quella che riteneva essere un’influenza alla fine di dicembre. Aveva febbre altalenante fino a che un giorno la temperatura non è schizzata sopra i 39°. A quel punto ha chiamato la guardia medica e le è stato prescritto un antibiotico. Nonostante la cura, la donna ha continuato ad avere la febbre e nei primi giorni di gennaio sono cominciati dolori lancinanti alle costole e una tosse acuta. A quel punto le è stato consigliato di effettuare una lastra.
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I medici avevano pensato che la donna potesse avere delle costole incrinate, ma il risultato delle lastre ha portato ad una diagnosi diversa: polmonite. La donna è stata curata con altri due antibiotici e verso la fine di gennaio ha chiesto un ulteriore consulto ad uno pneumologo, il quale ha avuto il sospetto si trattasse di Coronavirus. Le ha chiesto se fosse stata in Cina, lei ha detto di no, e siccome in quel momento si pensava che l’infezione virale fosse confinata in Asia l’ipotesi è stata scartata.
Fortunatamente a partire dai primi giorni di febbraio la donna si è sentita meglio e verso la metà dello stesso mese è tornata a lavorare, proprio mentre si scopriva il caso di Codogno e cominciava l’emergenza. La donna di recente si è sottoposta ad un test sierologico che è risultato negativo, segno che al momento non è infetta. Le IgG, però, sono positive, il che significa che la donna è stata infettata dal virus. Al quotidiano spiega che c’è la significativa possibilità che sia stata uno dei primi casi italiani quando la malattia era ancora sommersa e aggiunge: “Sono guarita e ho ripreso la mia vita di sempre. Ma credo che sia importante raccontare quel che mi è accaduto anche per dare un contributo alla conoscenza del virus”.