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Instagram sposa la battaglia del papà di Molly, tolte foto di autolesionismo

Instagram ha accolto la battaglia del padre di Molly Russel, 14enne morta suicida nel 2017, ed ha rimosso migliaia di contenuti inneggianti all’autolesionismo.

In una società in cui i social network assumono un ruolo sempre più centrale nella vita di giovanissimi e adolescenti, l’attenzione verso i contenuti potenzialmente dannosi dev’essere massima. Lo hanno capito i gestori di Instagram e Facebook che già da mesi stanno cercando di limitare la possibilità di generare episodi di cyberbullismo. Le insidie che la vita sui social nasconde, però, sono molteplici ed il controllo capillare diventa complicato.

Un’altra delle battaglie che Instagram ha deciso di sposare è quella contro i post che incrementano il rischio di atti autolesionistici. La problematica è emersa con chiarezza nel 2017, quando Molly Russel, 14enne britannica, si è tolta la vita. L’adolescente stava evidentemente attraversando la classica crisi adolescenziale ed ha trovato proprio su alcune pagine del social network la spinta a compiere il gesto estremo. Il padre della 14enne, Ian, ha infatti trovato tra le pagine visitate dalla figlia immagini e frasi che inneggiavano ad atti autolesionistici.

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La battaglia del papà di Molly: Instagram rimuove 834 mila contenuti di autolesionismo

Deciso a sensibilizzare la società sul rischio che i social possano avere un influenza negativa sui giovani che attraversano un periodo depressivo, Ian ha cominciato la sua battaglia per far rimuovere da Instagram contenuti inneggianti all’autolesionismo. L’uomo ha raccolto una grossa mole di materiale di questo tipo, mettendosi in contatto anche con altri genitori in Uk e Usa. Poi in un documentario della ‘BBC‘ ha attaccato direttamente il social network, giudicandolo responsabile per il suicidio della figlia.

In questo 2019 Instagram ha intrapreso una battaglia contro tutti i comportamenti potenzialmente dannosi o lesivi. Questo si è tradotto in un maggiore controllo sui contenuti e nella rimozione di quelli giudicati pericolosi. Tra questi sono stati rimossi 834 mila contenuti che presentavano immagini o frasi inneggianti all’autolesionismo. Inoltre sono stati i suggerimenti verso siti che propongono simili contenuti (come succede regolarmente per tutti le altre tipologie d’interesse degli utenti). La battaglia, però, è solo all’inizio visto che alcuni di questi contenuti sono ancora visibili ma filtrati da una schermata in cui il social chiede all’utente se ha bisogno di aiuto e se è davvero sicuro di voler vedere simili contenuti.

Fabio

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