Le orribili violenze sarebbero andate avanti per oltre venti anni. La vittima non ha parlato per paura di ritorsioni del medico su suo figlio e suo nipote.
L’ha torturata per ben ventitré anni, dal lontano 1996, in un crescendo di violenze culminato lo scorso settembre, quando è arrivato a spappolarle la milza. L’aguzzino, un 71enne medico insospettabile, è riuscito a soggiogare e schiavizzare la vittima, sua moglie di 70 anni, anche a suon di minacce: “Se mi denunci – le diceva – mi vendico con tuo figlio e tuo nipote”.
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Il medico autore degli orrori, oggi pensionato, era una sorta di autorità nel paese della provincia di Torino in cui risiede. L’unica ad aver conosciuto il suo lato oscuro è stata la moglie, che in tanti anni di torture e sevizie è sempre stata zitta, bloccata dal senso di vergogna e dalla paura. L’uomo, d’altro canto, sapeva bene come picchiarla e ferirla senza destare sospetti.
Ogni volta che era costretta a rivolgersi al pronto soccorso, la donna inventava una scusa più o meno plausibile. Così è stato fino allo scorso 23 settembre, quando il mostro le ha spappolato la milza, costringendo la moglie all’ennesimo ricovero in ospedale a Rivoli. La prognosi era di 30 giorni, e la situazione troppo grave per essere coperta da una bugia. Dopo le indagini e gli approfondimenti del caso, la pm Lisa Bergamasco ha chiesto per il medico il rinvio a giudizio.
Le violenze subite dalla poveretta sono state così efferate e crudeli da aver lasciato senza parole persino gli inquirenti ai quali lei stessa ha raccontato il suo calvario: prima i carabinieri di Avigliana (Torino), poi la pm, che ha aperto un fascicolo per maltrattamenti contro familiari, lesioni aggravate, tentata violenza sessuale. Ogni scatto d’ira dell’uomo era accompagnato da “calci e pugni”, ed è così che negli anni il corpo della vittima si è letteralmente ricoperto di lividi ed escoriazioni.
La donna ha raccontato alcuni episodi particolarmente impressionanti. Nel 2007, sotto Carnevale, subì una prima distrazione e distorsione della clavicola (e occorre molta forza per spostare un osso del genere). Due anni dopo, sempre a febbraio, fu costretta a tornare in ospedale per un trauma alla caviglia, e 5 mesi dopo per il piede destro rotto. “Una volta mi ha messo la testa sotto l’acqua bollente”, ha poi rivelato la moglie del medico, assistita dall’avv. Stefania Consoli, e “un’altra mi ha afferrato i capelli così forte che mi ha staccato una ciocca intera”. Scene da film horror e difficili da riportare alla vita reale, ma tant’è. Non è tutto: il medico usava anche il pugnale per colpire la moglie con più violenza, e in un’occasione le ha “causato ferite da taglio superficiali multiple su entrambe le spalle”.
Eppure, per quanto perfido e crudele, il medico in questione non è affatto “matto”. Questa almeno è la conclusione cui è giunto il prof. Franco Freilone, che ha eseguito la perizia psichiatrica su ordine della pm. L’indagato non è affetto da alcun disturbo; semmai, è un professionista capace, visto anche il suo mestiere, di utilizzare strumenti da taglio. La donna ha sempre sperato che, una volta andato in pensione e liberato dallo stress del lavoro, l’uomo si sarebbe calmato. Purtroppo, come sempre in questi casi, si sbagliava.
EDS