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Morta Jacqui, simbolo della lotta alla guida in stato d’ebbrezza

Il volto della lotta contro la guida in stato d’ebbrezza, Jacqui Saburido, è morta a 40 anni: la donna ha sostenuto molte campagne.

Jacqui Saburido

Jacqui Saburido era diventata un simbolo quando ha iniziato a sostenere le campagne per la sicurezza stradale, dopo aver sofferto ustioni che hanno alterato la sua vita in un terribile incidente. Qualche giorno fa è morta a soli 40 anni dopo una battaglia con il cancro. La notizia è stata diffusa però solo nelle scorse ore. La giovane donna si era trasferita a Città del Guatemala dalla sua nativa Caracas, in Venezuela, diversi anni fa per ricevere migliori cure mediche. La Saburido rimase praticamente irriconoscibile dopo essere stata vittima di un devastante incidente stradale nel 1999 che la fece quasi bruciare viva. Il suo volto devastato dalle fiamme divenne un simbolo e la donna partecipò a diverse campagne mediatiche e trasmissioni televisive.

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Chi era Jacqui Saburido, la donna senza volto

Il 19 settembre 1999 Reggie Stephey, ubriaco di 18 anni, impattò frontalmente contro un’altra auto a bordo della quale c’era appunto Jacqui Saburido. La giovane, appena 20 anni all’epoca, stava tornando a casa da una festa con gli amici verso le 4 del mattino al momento dello schianto, e sedeva sul lato passeggero anteriore. Nell’impatto, morirono il giovane alla guida e un altro passeggero che si trovava sui sedili posteriori. Nell’incendio dell’auto, i suoi capelli si sciolsero e lei perse le orecchie, le labbra, il naso, le palpebre e la mano. Inoltre, divenne cieca a causa delle gravissime ustioni. Le cure per lei costarono milioni di dollari, ma alla fine riuscì a salvarsi sebbene appunto con gravissime conseguenze sul suo fisico.

Stephey è stato condannato a sette anni per omicidio preterintenzionale ed è tornato in libertà nel 2008. La storia di Jacqui Saburido è descritta dettagliatamente sul sito Web Faces of Drunk Driving, che aumenta la consapevolezza delle conseguenze del guidare mentre si è ubriachi. Inoltre, si è raccontata personalmente in diverse trasmissioni televisive e il suo volto è stato il simbolo di molte campagne mediatiche. Ma la donna non superò mai quel trauma, come ha raccontato in un’intervista: “Emotivamente, non sono stata in grado di andare avanti. Mi piacerebbe essere felice con me stessa, accettare me stessa come sono ed essere più indipendente”. Di recente, era stata sottoposta all’ennesimo intervento di chirurgia facciale. “È stata un esempio da seguire”, ha detto suo cugino José da Caracas. Il corpo di Jacqui Saburido tornerà in Venezuela e la donna verrà sepolta affianco alla madre.

Gabriele M.

Giornalista pubblicista da novembre 2015, collabora con il sito ViaggiNews da marzo 2018 e in precedenza ha avuto esperienze in varie redazioni del gruppo Web365 srl.

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Gabriele M.