In pieno periodo pre-Pasquale si celebra la festa dell’Annunciazione. Ricorre il 25 marzo di ogni anno e fa riferimento al mistero dell’Incarnazione del Verbo. Era infatti chiamata, anticamente, festa della Divina Incarnazione. C’è un solo Vangelo in cui si parla di questo episodio ed è il terzo, quello di Luca. In un passo si racconta appunto di come l’arcangelo Gabriele appaia a Maria, a Nazareth, e le annunci che sarebbe diventata poi madre del figlio di Dio.
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E’ appunto in un passo del Vangelo di Luca che Gabriele ‘annuncia’ a Maria che porterà in grembo il figlio di Dio: “Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio”.
La Festa dell’Annunciazione, come detto, ricade il 25 marzo. Ci sono varie teorie sul significato di questa ‘scelta’, testimoniata dal sesto e settimo secolo. La più comune fa riferimento all’equinozio di primavera, a cui vengono ricondotte sia l’Incarnazione che la creazione del mondo (secondo considerazioni mistiche). Inoltre, il concepimento verginale di Gesù viene fissato 9 mesi prima del 25 dicembre, giorno di Natale e della nascita verginale del figlio di Dio.
I protagonisti della festa dell’Annunciazione sono, in prima istanza, l’arcangelo Gabriele e la Vergine Maria. Appaiono anche le tre persone della Trinità: lo Spirito Santo sotto forma di Colomba, il Padre rappresentato da una mano che compare dall’alto o da un raggio che rappresenta il Verbo che si fa carne e il Figlio che si presenta o in natura divina o nella nuova entità umana. Concettualmente, l’Annunciazione rappresenta l’incontro tra l’umano e il divino.