Al termine del tour che lo ha visto protagonista in tutta Italia, Biagio Antonacci si confessa a Vanity Fair parlando delle difficoltà incontrate durante l’infanzia e prima di ottenere il successo.
Giunto a 55 anni Biagio Antonacci è un uomo libero da catene, capace di dire tutto ciò che pensa e di fare ciò che ritiene più opportuno per soddisfare se stesso, un principio, quello di provare a seguire i propri desideri, che il cantante cerca di trasmettere anche ai suoi figli: “Ai miei figli dico sempre di rispettare gli altri, ma di provare a essere liberi con loro stessi e con i loro desideri”. Nel corso dell’intervista concessa a ‘Vanity Fair‘, Antonacci spiega di aver incontrato molte difficoltà durante il periodo di crescita e di aver vissuto spesso sul ciglio della povertà: “Papà era povero, arrivò da emigrante a Milano e dormiva nei palazzi in costruzione. La parola povertà la conosco perché siamo stati spesso sul suo ciglio. Ci chiamavano terroni e questa cosa ci ha scatenato dentro un senso di rivalsa”.
La povertà non è l’unico ricordo spiacevole che il cantante si porta dietro dall’infanzia, a questo infatti si unisce un senso di colpa legato al timore di contagiare il fratello ancora nel grembo della madre: “Avevo la Rosolia e temevo di trasmetterla al bambino che mia madre teneva in grembo e aveva aspettato per dieci anni, Il senso di colpa elaborato in quei mesi me lo sono portato dietro per tutta la vita”.
Dopo aver spiegato che la sua carriera nel mondo della musica è iniziata solamente grazie alla sua cocciutaggine, Antonacci parla delle sue relazioni amorose e lo fa sottolineando come in passato abbia trascinato a lungo storie d’amore ormai finite da tempo per timore: “All’inizio avevo relazioni lunghe anche quando capivo che l’amore era finito: una follia”. Adesso ha trovato l’amore con Paola, una relazione che dura da 14 anni e sulla quale dice: “Con Paola ci scegliamo ogni giorno, ma quando finirà finirà per lei. Le donne sanno abbandonare meglio degli uomini”.