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Categoria News

Caserta, scontrino della vergogna: paga pure il neonato

Un ennesimo scontrino della vergogna. Un ennesimo ristorante che sceglie di lucrare per pochi spiccioli anche se ciò significa perdere clienti e ai tempi del web finire su twitter, su Facebook e sulle pagine dei giornali. Tempo fa vi abbiamo raccontato di un ristorante di Lugano che ha messo in conto perfino il taglio della pizza o del bar di Venezia che ha fatto pagare una cifra spropositata per dei caffè e degli amari o ancora quello a Positano che ha fatto pagare a peso d’oro una bottiglia d’acqua. E la lista purtroppo è lunga.

Questa volta lo scontrino della vergogna arriva dalla Campania, da Caserta, dal ristorante di un centro commerciale. Una famigliola composta da padre, madre e un neonato di sette mesi, decidono di fermarsi a mangiare in questo locale. Chiedono di sedersi, gli viene detto che il passeggino non può entrare e viene dato loro un seggiolone. E fin qua. I genitori ordinano e la mamma che aveva già pronta la pastina per il piccolo chiede se può essere scaldata. Detto fatto. E fin qua. A fine pranzo i genitori chiedono il conto. E notano con sorpresa che il neonato sedendosi sul seggiolone deve pagare il coperto e che scaldare la pastina per un bambino di pochi mesi non è stato un gesto di educazione come ci si poteva aspettare, ma un servizio da pagare due euro. E il papà ha deciso di scrivere al ‘Mattino’ che ha pubblicato la storia.

Due euro sono un’inezia. 1,50 euro di coperto anche. A prescindere che il ‘coperto’ sia una delle voci più dibattute ed ingiuste dei conti e che in alcune regioni non si paga, ma i ristoratori fanno orecchie da mercati,  far pagare per un neonato che non ha nemmeno consumato è oltre modo vergognoso. E far pagare per riscaldare la pastina è altrettanto se non più vergognoso. Se le aziende, i ristoranti, pensano di risollevare le loro sorti economiche lucrando sui clienti la loro vita sarà ancora più breve di quanto la crisi già gliela accorci parecchio.

 

Cinzia Zadro

Giornalista, laureata in Scienze della Comunicazione, web content editor e social media manager. Ho da sempre un'innata curiosità per tutto quello che mi circonda: da bambina mi immaginavo detective e indagavo su tutto per scoprire la verità, immaginandomi protagonista di casi polizieschi e di inchieste giornalistiche (e solitamente era peluche orso il colpevole!). Ho fondato il giornalino scolastico quando avevo 9 anni e da allora non ho mai smesso di scrivere. Ho sempre lo zaino in spalla: adoro viaggiare, scoprire nuove culture, nuovi posti e poterli raccontare. Qualsiasi posto infatti racconta una storia che io voglio conoscere. Quando non scrivo al pc o non sono in viaggio, mi trovate sul palco ad improvvisare oppure a fare trekking con il mio cane o nei reparti di pediatria come clowndottore.

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Cinzia Zadro