Gli esperti meteorologi hanno studiato tutti i fenomeni correlati con l’aumento delle masse di aria fredda e quello che finora sta succedendo corrisponde a quanto da loro previsto. E questo già potrebbe bastare, ovvero che finora i conti tornano. Ma c’è di più, ossia uno studio apparso sulla rivista scientifica Nature Communications che toglie ogni ulteriore perplessità.
Lo studio dimostra come ci sia una stretta correlazione fra il surriscaldamento globale e l’aumento di correnti fredde. Se le temperature degli oceani aumentano, proporzionalmente si creano delle masse di aria fredda che si spostano dal vortice polare. Detto in altre parole, il riscaldamento degli oceani, che fa sciogliere le calotte artiche, crea un cambiamento sulle correnti polari che si spostano verso Europa, Stati Uniti e Canada.
Quindi secondo questo studio l’inverno 2015 sarà il più freddo degli ultimi 100 anni, ma non sarà affatto un’eccezione: visto che il riscaldamento globale non tende a diminuire anche i prossimi inverni saranno gelidi.
Va però detto che non tutta la comunità scientifica sia d’accordo con questo studio. Per quanto una certa correlazione fra riscaldamento e freddo esista, non è affatto detto che la proporzionalità sia così automatica. Inoltre i Paesi del Mediterraneo sono meno investiti dai vortici polari ed hanno dalla loro altre correnti a pareggiare i conti. Quindi per un nutrito gruppo di studiosi sarà un inverno in Italia – soprattutto a gennaio e febbraio 2015 – magari più rigido, piuttosto nevoso, ma non polare. Insomma quel che è certo, da qualunque punto si guardi questa faccenda, è che farà freddo. Parecchio. Non da Polo Nord, non da ‘si salvi chi può’, ma freddo.