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Categoria Italia News

Affondamento Costa Concordia, il racconto dei naufraghi: “Peggio del Titanic”

I naufraghi della Costa Concordia (foto dal web)

Affondamento Costa Concordia tragedia Isola Giglio – L’appuntamento era alle 19 a Civitavecchia. La Costa Concordia, la nave da crociera più grande della flotta ligure, era pronta a salpare per portare in giro per sette giorni per il Mar Meditteraneo migliaia di persone. I viaggiatori dopo aver preso posto in cabina si erano trasferiti in uno dei ristoranti della nave. Ma alle 21.30  improvvisamente un boato e un black out interrompono la cena. Qualcuno grida spaventato, ma la voce del comandante dagli altoparlanti rassicura “solo un guasto elettrico”. Eppure la bottiglia non sta più dritta sul tavolo: la nave infatti inizia ad inclinarsi, prima su un lato, poi sull’altro e la preoccupazione serpeggia fra i viaggiatori. Il comandante invita ad indossare per preacuzione il giubbetto di salvataggio. Ma l’aumentare dell’inclinazione getta nella paura i passeggeri: ormai è chiaro a tutti che la nave ha colpito uno scoglio e sta incamerando acqua.  La Costa Concordia lancia l’allarme: sette fischi corti ed uno lungo, ovvero bisogna abbandonare la nave. La gente si precipita per salire sulle scialuppe, ma c’è confusione e tante, troppe persone da gestire per l’equipaggio. Intanto l’inclinazione aumenta, volano i tavolini, le persone scivolano, lo spavento spinge qualcuno a tuffarsi direttamente in mare. Chi sale sulla scialuppa racconta che sembrava di precipitare mentre l’imbarcazione sbatteva violentemente sul fianco della nave. ‘Peggio del Titanic’ ripetono i naufraghi che sbracono al Triage allestito al Giglio e a Porto Santo Stefano. Doveva essere una vacanza da sogno è diventata un incubo.

Cinzia Zadro

Giornalista, laureata in Scienze della Comunicazione, web content editor e social media manager. Ho da sempre un'innata curiosità per tutto quello che mi circonda: da bambina mi immaginavo detective e indagavo su tutto per scoprire la verità, immaginandomi protagonista di casi polizieschi e di inchieste giornalistiche (e solitamente era peluche orso il colpevole!). Ho fondato il giornalino scolastico quando avevo 9 anni e da allora non ho mai smesso di scrivere. Ho sempre lo zaino in spalla: adoro viaggiare, scoprire nuove culture, nuovi posti e poterli raccontare. Qualsiasi posto infatti racconta una storia che io voglio conoscere. Quando non scrivo al pc o non sono in viaggio, mi trovate sul palco ad improvvisare oppure a fare trekking con il mio cane o nei reparti di pediatria come clowndottore.

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