E’ stato infatti annunciato che la tanto temuta centrale è oramai prossima alla chiusura: quelle che nell’ultimo periodo sembravano solo voci non del tutto fondate sono state recentemente confermate dal governo giapponese e dalla stessa Tepco, gestore dell’impianto, che insieme hanno concertato un piano da svolgere in circa 40 anni.
I tempi per smantellare un impianto gravato da problemi, quali quelli conseguenti al terremoto di marzo, sono infatti inevitabilmente lunghi: in particolare la rimozione delle barre di carburante dai tre reattori danneggiati richiederà ben dieci anni, dilungando così l’intero processo di smantellamento.
Se dunque i tempi appaiono inevitabilmente estesi la popolazione locale potrà quantomeno consolarsi pensando all’importanza di un simile primo passo verso la definitiva risoluzione della questione Fukushima.
Francesca Testa