Ricordiamo che l’esplosione non ha coinvolto un reattore ma bensì un forno di fusione. La centrale di Marcoule, la prima costruita in Francia, “svolge attività di trattamento e condizionamento di rifiuti radioattivi a bassa attività, attraverso un processo di fusione di materiali metallici o di incenerimento di altre tipologie di rifiuti. Non si tratta pertanto di una centrale nucleare per la produzione di energia elettrica”.
L’allarme nube radioattiva arriva anche in Italia: Marcoule dista 257 km da Torino, 170 km dal confine ligure, 342 km da Genova,242 km da Ventimiglia.
Le autorità francesi continuano a minimizzare l’accaduto. Si parla infatti di “incidente industriale e non di incidente nucleare”. Le autorità competenti allontano dunque ogni tipo di collegamento con Fukushima e con nubi radioattive.
L’SPRA ha “richiesto l’intensificazione dei controlli e la segnalazione di eventuali anomalie, la cui presenza non è comunque attesa vista la natura dell’evento”. Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha dichiarato che “la situazione è in costante monitoraggio soprattutto con rilevazioni effettuate nel nord-ovest del nostro Paese”.
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Fonte:dottorsalute.info
Andrea Mariani