Covid Italia: salgono contagi e ricoveri ma nessuna Regione in zona gialla

Covid Italia: salgono contagi e ricoveri ma ancora nessuna Regione in zona gialla. Le ultime notizie sulla pandemia nel nostro Paese.

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Covid Italia: salgono contagi e ricoveri ma ancora nessuna Regione in zona gialla (immagine di repertorio: controlli sul Green pass a scuola. Foto di Stefano Guidi/Getty Images)

Continuano a crescere i contagi da Coronavirus in Italia, che negli utlimi giorni, per tre giorni di fila, hanno superato la soglia psicologica dei 10mila casi quotidiani., con un vero e proprio balzo in alto della curva epidemica. Crescono anche i ricoveri nelle terapie intensive dove dal 18 novembre hanno superato la soglia dei 500 pazienti.

La situazione non è allarmante come in altri Paesi europei, come la vicina Austria, tuttavia è chiara una netta tendenza al rialzo, con ulteriori peggioramenti attesi dagli esperti nei prossimi giorni. Inoltre, l’andamento dell’epidemia in Italia non è uniforme. Alcune zone, soprattutto al Nord Est, stanno affrontando un rapido aumento dei contagi e le prime sofferenze negli ospedali. I livelli di occupazione delle terapie intensive hanno superato la soglia critica del 10%, come in Friuli Venezia Giulia, o sono al limite, come le Marche e la Provincia Autonoma di Bolzano.

Tuttavia, poiché nessuna Regione ha superato tutti e tre i parametri in contemporanea per il cambio di colore (incidenza settimanale dei contagi sopra i 50 casi per 100mila abitanti, terapie intensive sopra il 10% e reparti ordinari sopra il 15%), nessuna passerà in zona gialla lunedì 22 novembre. Ecco cosa bisogna sapere sugli ultimi dati del monitoraggio settimanale della pandemia in Italia.

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Covid Italia: salgono contagi e ricoveri ma nessuna Regione in zona gialla

Contagi e ricoveri per Covid-19 aumentano in Italia, con un netto rialzo della curva epidemica negli ultimi giorni, nessuna Regione però passerà alla zona gialla, nonostante le situazioni critiche di Friuli Venezia Giulia, Provincia di Bolzano, Marche e Veneto, segnate in rosso nella mappa dei contagi dell’ECDC europeo.

In base ai dati dell’ultimo monitoraggio settimanale, 8-14 novembre 2021, in Italia della pandemia, a cura della Cabina di regia dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della salute, incidenza settimanale dei contagi sale a livello nazionale a 98 casi ogni 100mila abitanti, rispetto ai 78 della scorsa settimana. L’indice Rt di trasmissibilità è stabile a 1,21, sopra la soglia epidemica. Il tasso di occupazione delle terapie intensive è a 5,3%, in aumento dalla settimana scorsa, così come quello di occupazione nei reparti ordinari che è al 7,1%. C’è una tendenza al peggioramento ma al momento è contenuta.

Regioni a rischio

La situazione, tuttavia, è fortemente diversificata tra le Regioni italiane. In Friuli Venezia Giulia l’incidenza settimanale dei contagi è di 289,3 casi ogni 100mila abitanti, il tasso di occupazione delle terapie intensive al 13,1% (sopra la soglia critica del 10%), mentre quello in area medica del 14,8% (soglia critica al 15%). Solo quest’ultimo parametro ha evitato cambio di colore della Regione dal bianco al giallo.

Nella Provincia Autonoma di Bolzano, altra zona critica, l’incidenza settimana è di 406 contagi ogni 100mila abitanti, tasso di occupazione in terapia intensiva all’11,3% (sopra la soglia critica), tasso di occupazione in area medica al 14,2% (sotto la soglia critica).

Il Veneto ha una incidenza settimanale di 166,1 contagi su 100mila abitanti, occupazione delle terapie intensive al 5,5% e delle aree mediche al 5,1%. I ricoveri sono decisamente sotto le soglie critiche ma i contagi stanno crescendo velocemente.

Nelle Marche, altra Regione sotto osservazione, l’incidenza settimanale dei contagi è di 112,5 casi ogni 100mila abitanti, il tasso di occupazione delle terapie intensive al 10,5% (sopra la soglia critica) e quello dei reparti in area medica al 6,6% (sotto la soglia critica).

Dopo il Friuli Venezia Giulia e la Provincia Autonoma di Bolzano, è la Calabria ad avere la più alta percentuale di occupazione dei posti letto in area medica, al 12,8%, ma sono inferiori i ricoveri in terapia intensiva, con un 5,9% di posti letto occupati; mentre l’incidenza settimanale dei contagi è a 100 casi su 100mila abitanti.

Tutti i dati del monitoraggio: www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioNotizieNuovoCoronavirus

Cosa accadrà nei prossimi giorni

È molto probabile che Friuli Venezia Giulia e Provincia di Bolzano passino al giallo la settimana successiva. Vista la tendenza al rialzo nella curva epidemica. È probabile che i ricoveri nei reparti ordinari supereranno la soglia del 15%. A quel punto tutti e tre i parametri per il cambio di colore saranno confermati.

Nel frattempo, il governo sta valutando un inasprimento delle regole di contenimento dei contagi per evitare un peggioramento come negli altri Paesi europei. Si pensa a una riduzione della validità del Green pass da 12 a 9 mesi o 6 mesi, con la necessità della terza dose per mantenerne la validità. La vaglio anche l’introduzione di regole come in Austria e Germania ovvero Green pass per accedere ai luoghi pubblici, come ristoranti, cinema, teatri e palestre, solo per vaccinati e guariti, escludendo il tampone negativo.

Si discute anche la possibilità dell’obbligo vaccinale. Le nuove decisioni saranno prese in settimana nella riunione della cabina di regia del governo sulla pandemia.

Intanto, la Provincia di Bolzano si prepara alla reintroduzione di zone rosse locali per fermare i contagi e salvare la stagione turistica.

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La situazione in Europa

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Mappa dei contagi in Europa del 18 novembre 2021 (ECDC – European Centre for Disease Prevention and Control)

L’emergenza Covid torna a fare paura in Europa. Un vero incubo quando si pensava che grazie all’avanzamento della campagna vaccinale quest’anno avremmo potuto trascorrere un Natale normale o quasi, sicuramente più sereno.

Invece, l’alta contagiosità del Coronavirus nella forma della variante Delta e l’insufficiente adesione alle vaccinazioni di una parte importante della popolazione europea hanno creato la tempesta perfetta per il ritorno alla saturazione degli ospedali e per la reintroduzione di misure che sembrano appartenere ormai al passato.

La disastrosa situazione di Bulgaria e Romania sembrava confinata a questi Paesi o comunque alla zona dell’ex blocco sovietico, con Russia, Ucraina, Polonia, Paesi Balcanici e del Baltico. La Lettonia era stato il primo Paese europeo a reintrodurre il lockdown generale. Il problema sembrava confinato a questa parte di Vecchio Continente, con scarsa adesione alla campagna vaccinale e insofferenza per le regole di contenimento del virus.

L’Europa Occidentale sembrava tranquilla, tutta presa a organizzare viaggi e vacanze di Natale, grazie a una parte comunque importante di popolazione immunizzata, dai vaccini o dai contagi. Tuttavia, la vicinanza, i viaggi e gli spostamenti per lavoro con i Paesi dell’Est Europa, dove il contagio è fuori controllo, e purtroppo l’insufficiente vaccinazione a fronte di un virus più contagioso hanno fatto impennare la curva epidemica anche nei Paesi che sembravano fuori dall’emergenza.

L’atteso aumento dei contagi, con l’arrivo della stagione fredda e di maggiori attività al chiuso, ha portato prima un aumento lineare e poi esponenziale in Austria, in alcuni Laender della Germania, come Baviera e Sassonia, ma anche in Italia, in Friuli Venezia Giulia. Da noi la situazione non è preoccupante come in questi due Paesi, ma le terapie intensive si stanno riempiendo di nuovo, non solo in Friuli Venezia Giulia.

Nel frattempo, in Europa, anche Olanda e Belgio devono affrontare un nuovo preoccupante aumento di contagi, con l’inevitabile reintroduzione di nuove restrizioni: il lockdown parziale in Olanda, a cui parte della popolazione ha reagito con proteste e scontri violenti, e la chiusura di fiere e mercatini di Natale in Belgio.

La situazione è in divenire. Mentre l’Austria torna in lockdown generale per 20 giorni dal prossimo 22 novembre e annuncia l’introduzione dell’obbligo vaccinale per tutti dal 1° febbraio 2022, anche altri Paesi, come l’Italia, stanno valutando l’introduzione di maggiori restrizioni e anche l’obbligo vaccinale.

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Covid, le Regioni che rischiano la zona gialla a breve (Trieste, Piazza Unità d’Italia. Adobe Stock)
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