Clima estremo, alluvioni e ondate di calore: le città italiane a rischio

Clima estremo, alluvioni e ondate di calore: le città italiane a rischio. Cosa bisogna sapere.

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Clima estremo, alluvioni e ondate di calore: le città italiane a rischio (Foto di Hermann Traub da Pixabay)

L’emergenza dei cambiamenti climatici è sotto gli occhi di tutti. Nessuno può negarla, anche se le minimizzazioni del problema purtroppo non mancano. Le ultime devastazioni, però, come le alluvioni in Germania o a New York, le ondate di calore in Europa e in Italia in particolare, questa estate, sono i segnali evidenti di una situazione allarmante che è destinata a diventare “normalità”.

Secondo alcuni scienziati, sarebbe già troppo tardi per invertire il processo del riscaldamento globale già avviato. Per evitare che la presenza della vita umana sia messa in pericolo sul nostro Pianeta, occorre fare tutti gli sforzi possibili per fermare o almeno rallentare questo processo. La Terra sopravviverà anche senza di noi. Gli esseri umani in condizioni climatiche estreme, invece, avranno sempre maggiori difficoltà a condurre una esistenza normale. Le future generazioni saranno fortemente condizionate dai fenomeni atmosferici estreme e alcune zone della Terra diventeranno inabitabili.

Caldo o freddo eccessivi, alluvioni, smottamenti, siccità, profondi mutamenti all’agricoltura, tropicalizzazione del Mediterraneo. Sono tutti fenomeni su cui gli scienziati lanciano l’allarme da anni. Un allarme per lo più inascoltato.

Ora una previsione dettagliata, quanto sconvolgente, sul clima in Italia viene dal rapporto “Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane”, realizzato dalla Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. Ecco cosa bisogna sapere.

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Clima estremo, alluvioni e ondate di calore: le città italiane a rischio

Un futuro di alluvioni sempre più violente e di ondate di calore sempre più gravi è quello che aspetta l’Italia e soprattutto sei città italiane, maggiormente esposte ai rischi. È quando emerge dal rapporto “Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane“, realizzato dalla Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici.

Negli ultimi decenni le ondate di calore sono aumentate di numero e cresciute di intensità in Italia. Sono diventate sempre più roventi in città come Napoli, con 50 giorni di caldo intenso in più rispetto all’inizio del secolo, a Milano, con 30 giorni di caldo in più, a Torino, 29 giorni in più, Roma, 28 in più.

A Venezia, invece, in 150 anni è cresciuto il livello dell’acqua relativo di oltre 30 centimetri, mentre la soglia critica è stata superata 40 volte negli ultimi 10 anni. Mentre, Bologna è a rischio allagamenti, con un aumento della frequenza e dell’intensità dei fenomeni in futuro.

Per ciascuna di queste sei città, il rapporto sui cambiamenti climatici propone quattro sezioni: Clima, con gli scenari futuri e le tendenze prevedibili in base a quello che è accaduto negli ultimi 30 anni in ogni città, con un’analisi con dati ad altissima risoluzione (2 chilometri); Impatti climatici legati a temperature e precipitazioni, come hanno interessato e potranno interessare le diverse città; Valutazione dei rischi, con una rassegna di come ciascuna città elabora la valutazione del rischio da cambiamento climatico; infine Strumenti di adattamento, di cui le singole città si stanno dotando per implementare strategie e piani di adattamento ai cambiamenti climatici.

La Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici spiega che le ondate di calore e le alluvioni sono gli impatti climatici principali che interessano le città di Bologna, Milano, Napoli, Roma, Torino e Venezia. Impatti destinati a crescere in futuro, con conseguenze sulla salute delle persone, sulla mortalità e su episodi di dissesto idrogeologico.

Il Rapporto, aggiunge la Fondazione, “è il più aggiornato e avanzato strumento per comprendere il rapporto tra città e cambiamenti climatici, dall’analisi della situazione attuale agli scenari futuri, fino alla pianificazione e alla realizzazione di strumenti di adattamento e resilienza per rispondere efficacemente ai rischi presenti e futuri”.

Insomma, sappiamo a cosa andiamo e incontro e come dobbiamo intervenire per evitare il peggio. Un monito per il futuro.

Acqua alta in piazza San Marco a Venezia (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)
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