Lia Vismara, arrestato collega comandante dei vigili: “Voleva incastrarla”

La vicenda che riguarda Lia Vismara, capo della Polizia Locale di Corbetta, presenta un clamoroso risvolto. Lei non ha mai avuto dubbi.

Lia Vismara
Lia Vismara Foto dal web

Lia Vismara, la vigilessa trovata con della droga nella sua auto, è innocente. Lei è la comandante della stazione della Polizia Locale di Corbetta, in provincia di Milano. Al contrario, ci sono grosse responsabilità addossate al suo pari grado di Trezzano sul Naviglio, finito ora in manette.

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L’arresto è avvenuto per una controversa vicenda avvenuta fra il 3 ed il 4 gennaio del 2020, quando la comandante dei vigili della vicina Corbetta venne fermata con della droga nella sua auto.

La Vismara, 32 anni, si è sempre detta tranquilla. Dopo una accurata indagine gli inquirenti hanno portato all’emergere della verità. Lei è stata incastrata, e proprio dal suo collega, il 43enne Salvatore Furci. Questi avrebbe incaricato un cittadino albanese di piazzare 3 grammi di cocaina sotto al sedile del conducente.

E proprio lì, a seguito di un blitz compiuto dai carabinieri, vengono trovate al primo colpo gli stupefacenti. Subito scatta una denuncia per Lia Vismara, che però a sua volta querela tre sottufficiali della tenenza di Bollate, firmatari del verbale, oltre ad avanzare un esposto negativo nei confronti di Furci.

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Lia Vismara, perché Salvatore Furci avrebbe voluto metterla nei guai

E quest’ultimo è finito in manette dopo una operazione della polizia compiuta a Trezzano sul Naviglio, assieme all’albanese Mariglen Memushi. Entrambi devono rispondere delle accuse di calunnia aggravata e di detenzione di sostanze stupefacenti. Furci vanta un curriculum di tutto rispetto, con una laurea in Giurisprudenza, la pratica di paracadutismo ed una eccellente conduzione dei mezzi a due ruote.

L’uomo, originario di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, ha lavorato anche all’antidroga specializzandosi pure negli Stati Uniti. Nel 2018 lui aveva vinto un concorso per entrare nella Polizia Locale di Corbetta. Cosa poi non avvenuta perché la Vismara espresse un parere negativo nei sui confronti.

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L’uomo, secondo l’accusa, ha voluto prendersi una vendetta. Il coinvolgimento del suo complice albanese riguarda una telefonata fatta al 112, nel quale quest’ultimo ammette – mentendo – di avere venduto della droga al comandante Lia Vismara. Sostenendo anche come lei avesse pagato il tutto con delle banconote contraffatte.

La Vismara sospettava sin da subito di Salvatore Furcio

La chiamata avvenne in forma anonima ma una perizia ha stabilito come quella voce appartenesse a Memushi. L’indagine inoltre ha appurato come Furci abbia cercato di conoscere, tramite suoi contatti nel Tribunale di Milano, se ci fosse un qualche procedimento a suo carico per questa vicenda che è culminata proprio con il suo arresto.

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Il comandante Vismara, da par suo, ha sempre affrontato a testa alta la vicenda, sottoponendosi di sua spontanea volontà al test del capello, che l’aveva scagionata. Nel presentare la sua denuncia, la donna aveva anche fatto il nome proprio del suo collega di Trezzano sul Naviglio, Salvatore Furci, ritenendo di sospettare come potesse essere lui la mente dietro a questo complotto ai suoi danni.

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