Battaglia di Anghiari, la verità sull’opera: Leonardo la realizzò davvero?

La Battaglia di Anghiari è una pittura murale attribuita all’artista Leonardo Da Vinci. La verità sull’opera però è tutt’altra.

Battaglia di Anghiari, dipinto di Rubens

La Battaglia di Anghiari è una pittura murale di Leonardo Da Vinci, databile 1503-1504, commissionata per il Salone dei Cinquecento (chiamato allora Sala del Gran Consiglio) di Palazzo Vecchio a Firenze.

Sull’altra parete del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, Michelangelo avrebbe dovuto rappresentare la Battaglia di Càscina, vinta sempre dai fiorentini. L’obiettivo era mettere a confronto i due maggiori artisti fiorentini dell’epoca per esaltare la loro bravura. Leonardo, da grande amante delle sperimentazioni, tentò di attuare una tecnica usata dai classici, la pittura “a encausto”, fissata a fuoco, che garantiva agli affreschi di mantenere i colori vivi anche dopo centinaia di anni. Quando provò a realizzare il progetto sul muro in Palazzo Vecchio, però, per la distanza dal calore rovinò l’affresco, facendo colare il colore.

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Battaglia di Anghiari, Anonimo

Leonardo, cos’è successo mentre realizzava la Battaglia di Anghiari

Dopo l’esito disastroso, Leonardo sospese i lavori tra la fine del 1505 e l’inizio del 1506. Diversi autori tentarono di imitare la Battaglia di Anghiari, soltanto nel 1557 quanto restava dell’affresco scomparve completamente sotto il lavoro fatto da Giorgio Vasari, incaricato di rivestire la sala. Studi recenti hanno provato che, se si distaccasse il primo strato del Salone dei Cinquecento, si potrebbero ancora vedere delle parti autografate da Leonardo.

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Sia l’opera che avrebbe dovuto realizzare Leonardo Da Vinci, che quella che doveva dipingere Michelangelo, la Battaglia di Càscina, divennero famose ancor prima della loro realizzazione per il semplice motivo che a realizzarle sarebbero stati i due artisti fiorentini. Nonostante la Battaglia di Anghiari non fu mai completata, in quanto sventura volle che l’opera si rovinasse, chi fu in grado di vederla all’epoca la descrisse come un capolavoro dalla bellezza inarrivabile. Nel breve tempo che fu visibile, ne vennero realizzate diverse copie, tra cui quella attribuita al Poppi, la “Tavola Doria“, oggi conservata agli Uffizi.

Tavola Doria, attribuita al Poppi
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