Chi è davvero la Gioconda? Tutte le ipotesi sull’opera di Leonardo da Vinci

La Gioconda è forse il dipinto più conosciuto di Leonardo Da Vinci: non solo per la sua bellezza, ma anche per il mistero che la circonda. 

Parlando della Gioconda lo storico dell’arte Charles de Tolnay scrisse: “prima di lui [Leonardo], nei ritratti manca il mistero; gli artisti non hanno raffigurato che forme esteriori senza l’anima o, quando hanno caratterizzato l’anima stessa, essa cercava di giungere allo spettatore mediante gesti, oggetti simbolici, scritte. Solo nella Gioconda emana un enigma: l’anima è presente ma inaccessibile”. D’altronde chi, nel vederla dal vivo, non è rimasto ipnotizzato dal volto della Gioconda? Chi non si è sentito osservato da quegli occhi serafici (che, secondo alcuni, seguono con lo sguardo chi si avvicina al quadro)? Il meraviglioso dipinto di Leonardo Da Vinci ha ammaliato uomini di ogni epoca, destando in tutti la stessa domanda: chi è la donna ritratta dall’abile artista?

Di chi è quel volto

Le teorie sulla vera identità della Gioconda sono molteplici. Tradizionalmente, si crede che la modella fosse Lisa Gherardini, chiamata anche Monna (un diminutivo di “Madonna”, che avrebbe lo stesso significato dell’odierno “mia signora”) Lisa. L’ipotesi viene avvalorata da un dettaglio importante: Monna Lisa era la moglie di Francesco del Giocondo (da cui verrebbe il nome Gioconda).

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Le spiegazioni così semplici però non soddisfano mai il grande pubblico: per anni molti studiosi hanno cercato un’identità alternativa da attribuire alla Gioconda. Giorgio Vasari (pittore ed architetto del 1500) in una lettera descrisse la bravura di Leonardo Da Vinci nel dipingere alla perfezione le sopracciglia e le fossette di Monna Lisa. Da qui sono sorti i primi dubbi: la Gioconda è priva sia di sopracciglia che di fossette. Tra le proposte sulla vera identità della donna figurano Caterina Sforza, Bona Sforza e Isabella Gualandi. C’è persino chi ha pensato che la per dipingere la Gioconda Leonardo Da Vinci abbia fatto posare il suo allievo preferito, Salai (il cui vero nome era Gian Giacomo Caprotti), travestito da donna.

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Non sono solo gli esperti d’arte ed il popolo del web ad aver espresso la propria opinione: nel 1911 anche Sigmund Freud (padre della psicoanalisi) disse la sua. Secondo Freud, “il sorriso conturbante [della Gioconda] è un ricordo di Caterina, la madre dell’artista fiorentino e l’unica donna che egli abbia veramente amato”.

Ricostruzione di come la Gioconda sarebbe potuta apparire con i colori originali (e con le sopracciglia di cui parlò Vasari).
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