Marina Garbesi, addio alla rinomata firma de ‘La Repubblica’: era malata

È morta Marina Garbesi, giornalista di punta del quotidiano ‘La Repubblica’ da oltre tre decenni. L’ha vinta una brutta malattia.

Marina Garbesi morta la giornalista de La Repubblica
Marina Garbesi morta la giornalista de La Repubblica Foto dal web

Marina Garbesi, giornalista che da molto tempo aveva legato il proprio nome al quotidiano ‘La Repubblica‘, è morta a 62 anni di età. La scomparsa è sopraggiunta dopo diversi mesi nel corse dei quali lei aveva lottato contro una malattia.

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Infatti a luglio del 2020 Marina Garbesi aveva scoperto di essere malata, e da allora ha fronteggiato un brutto male che infine l’ha vinta. Originaria di Imola, in provincia di Bologna, il decesso è avvenuto a Roma, con il suo compagno che le è rimasto sempre accanto.

A piangerla anche il loro figlio Ludovico, nato nel 1998 e che ha dovuto dire addio alla sua tenace mamma troppo presto. Lei lavorava a ‘La Repubblica’ da oltre trent’anni, sin dalla fine degli anni ’80, andando ad occuparsi sin da subito della cronaca sotto la sapiente direzione di Nando Ceccarini (scomparso a sua volta nel corso del 2020, n.d.r.).

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Marina Garbesi, tante le inchieste di prestigio raccontate a tutta Italia

Lei proveniva dalla redazione bolognese del quotidiano. Di lei era molto apprezzato lo stile, capace di toccare diversi livelli a seconda della situazione trattata. Si andava dalla scrittura raffinata a quella più asciutta ed adatta a raccontare da un punto di vista più propriamente oggettivo.

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E come ogni buon giornalista deve essere, la Garbesi era una tipa tosta, che non si fermava davanti a niente in ogni sua inchiesta. Tra i suoi racconti per ‘La Repubblica’ figurano il delitto di via Poma, l’omicidio di Marta Russo in circostanze controverse all’Università La Sapienza, alcune inchieste sulla Massoneria ed il processo a carico di Vincenzo Muccioli a margine delle vicende di San Patrignano.

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Lei parlò anche del Mostro di Firenze. Ed anche del delitto del giornalista Mino Pecorelli, che coinvolgeva pezzi grossi della Democrazia Cristiana, la Banda della Magliana ed i servizi segreti deviati. Quando poteva, amava viaggiare. In particolar modo per raggiungere mete esotiche tutte a latitudini mediorientali, come Egitto, Yemen, Turchia.

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