AstraZeneca, l’Europa non è unita: i paesi agiscono in ordine sparso

Paesi divisi su AstraZeneca: la Spagna fa in un modo, la Germania in un altro, la Francia un altro ancora. Ogni paese lo fa in modo diverso

Astrazeneca vaccino

Il vaccino di AstraZeneca è stato al centro del dibattito dal mese di marzo, ossia quando diversi paesi hanno bloccato alcuni lotti rilevando trombi dopo le punture. Poi l’Ema si è pronunciata dopo la sospensione temporanea del vaccino ed ha poi dato l’ok alla ripresa. Da lì in poi non tutti i paesi sono andati verso la stessa direzione in Europa. Il vaccino viene somministrato, ma non allo stesso modo. Sono stati due gli eventi molto registrati, seppur in una netta minoranza, dopo l’iniezione: coagulazione intravascolare  e trombosi. Sebbene non sia stata trovata alcuna relazione di questi eventi con il farmaco, Ema ha stabilito che i benefici superano di gran lunga i rischi.

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AstraZeneca, Europa divisa

La maggior parte dei paesi ha ripreso la vaccinazione, ma questa settimana c’è stato un altro cambio in corsa, stavolta dalla Germania. Il paese teutonico ha sospeso la somministrazione di AstraZeneca a persone di età inferiore a 60 anni dopo aver rilevato nuovi trombi, la stragrande maggioranza nelle donne al di sotto di tale età. Intanto dalla Spagna si chiede che l’EMA metta ordine e stabilisca un criterio comune che faccia da apripista in tutta Europa. I paesi vanno avanti in ordine sparso nell’Unione. Basta pensare che Nazioni importanti dell’Unione come Francia, Germania e Spagna somministrano il vaccino con diverse condizioni.  La Francia ha posto il paletto dei 55 anni, la Germania, 60, la Spagna 65. In Italia, invece, si prosegue senza limitazioni di età. In Danimarca e Norvegia rimane ancora sospesa la somministrazione.

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Il monito dalla Spagna, che chiede regole unitarie in Europa, potrebbe mettere in ordine le cose per il vaccino anglo-svedese.

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