Gian Galeazzo Sforza, chi era il Duca di Milano: la sua incredibile storia

Gian Galeazzo Sforza fu Duca di Milano finché lo zio non prese il suo posto: da quel momento tra i due uomini nacque un’aspra rivalità.

Da quando è iniziata la nuova serie di Rai Uno Leonardo (visibile questa sera alle 21:25), il pubblico si è interessato sempre di più all’epoca in cui visse l’inventore e ai personaggi celebri che lo incontrarono. Uno di questi fu Ludovico Sforza, che prese Leonardo come “protetto” nella sua corte. Il Duca di Milano, però, non fu gentile con altri quanto lo fu con l’inventore (e questo il nipote Gian Galeazzo Sforza, in vita, lo capì bene).

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Gian Galeazzo Maria Sforza nacque il 20 giugno del 1469 da Galeazzo Maria Sforza e dalla moglie Bona di Savoia. Quando la reggenza del Ducato di Milano passò da lui allo zio Ludovico Sforza (detto il Moro), le cose per Gian Galeazzo peggiorarono: l’uomo viveva nel Castello di Pavia, viziato senza ritegno nella speranza che si “rammollisse” e non nascesse in lui il desiderio di riprendersi il ruolo.

La rivalità con lo zio, Ludovico “il Moro”

La rivalità che Ludovico il Moro provava nei confronti del nipote crebbe dopo il suo matrimonio. Gian Galeazzo Sforza si sposò per procura con Isabella d’Aragona nel 1488: l’anno dopo la giovane arrivò in Italia e le nozze vennero celebrate ufficialmente nel Duomo di Milano. Il matrimonio fu così sfarzoso che, a quanto pare, Leonardo Da Vinci si ispirò alle nozze per dipingere la Festa del Paradiso. Isabella, però, contrastò fin da subito Ludovico il Moro: da parte sua, il Duca prendeva in giro il nipote per non aver consumato il matrimonio (spargendo la voce che Gian Galeazzo fosse impotente).

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Nonostante la strategia di Ludovico Sforza per fare in modo che il nipote rimanesse debole (e che così venisse considerato da tutta la corte), Gian Galeazzo divenne padre di ben tre figli. La nascita di Francesco, Ippolita e Bona rappresentava un problema per Ludovico: il figlio maggiore di Gian Galeazzo, in quanto Sforza, avrebbe potuto rivendicare il suo ruolo di Duca di Milano. Davanti a questa minaccia, Ludovico il Moro riempì la corte del nipote di spie.

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Fu proprio per questa rivalità che la morte di Gian Galeazzo Sforza (avvenuta quando questo aveva solo 25 anni) destò dei sospetti. Il Duca soffriva infatti di pesanti malesseri, dolori intestinali, febbre e atonia muscolare solo quando si trovata a Pavia. Appena Gian Galeazzo lasciava la città per recarsi in viaggi di guarigione, qualsiasi sintomo scompariva. La salma di Galeazzo fu esposta per due giorni su un lettino dorato: anche all’epoca, la sua morte venne considerata subito come un omicidio.

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