Pd e il caso capigruppo: Delrio cede, Marcucci non vuole mollare

Pd, primo incontro a Montecitorio, dopo la richiesta dell’ex premier di eleggere due donne. Rinviato, per il momento, il voto

Enrico Letta
Enrico Letta

Ieri c’è stato il primo incontro alla Camera dei deputati per sciogliere il nodo capigruppo del Partito democratico. Il neo segretario Enrico Letta vuole discontinuità, vuole cambiare i capigruppo. Ufficialmente c’è la volontà di ristabilire una parità di genere nei ruoli di rappresentanza. Così è stato fatto per la segreteria e per la vicepresidenza, lo stesso deve essere per la rappresentanza dei gruppi parlamentari. Ufficiosamente questa intenzione va a toccare i ruoli di Delrio e in particolare Marcucci. Quest’ultimo è espressione della corrente interna al Pd denominata base riformista, composta da elementi che erano vicini all’ex segretario di Rignano. Non è un caso, infatti, che il primo abbia accettato il passo di lato, mentre il secondo resiste.

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Pd, Letta cambia tutto

Sulla disponibilità di Graziano Delrio si è espresso il segretario Letta: “Il mio ringraziamento a Graziano non è formale, ma sostanziale. Un dirigente politico si comporta così nel bene della comunità. Siamo qui – ha detto Letta – perché abbiamo una responsabilità, verso il partito e il paese. Da Graziano viene un esempio di dignità e di attaccamento alla nostra comunità”. Non della stessa linea, come anticipato, è il capogruppo Pd al Senato Marcucci che in una lettera ha chiesto che si decida insieme e che non ci siano imposizioni: “Si dice che chi ha il compito di prendere delle decisioni si senta spesso solo.

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Io devo essere un uomo particolarmente fortunato, perché in questi tre anni ne ho prese tante ma non mi sono mai sentito solo, non l’ho mai fatto da solo. E anche questa scelta, che tu ci chiedi, la faremo come le altre, tutti insieme, rivendicando la nostra autonomia, rispettando le regole ed accogliendo tutti i consigli ma rigettando anche le imposizioni strumentali”, conclude il senatore.

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