Comincia il procedimento che vede diversi individui accusati dell’omicidio di Serena Mollicone e di altri indagati. Colpiscono le loro identità.
Serena Mollicone, si celebra un nuovo processo 20 anni dopo. Con la sua morte e quella del padre Guglielmo, scomparso a maggio del 2020, che ancora non hanno ricevuto giustizia per quanto avvenuto ad Arce nel giugno del 2001. Si spera però che presto la verità possa emergere una volta per tutte, dopo lunghissimo tempo e diversi tentativi di depistaggio, errori nelle indagini, episodi di omertà e nulla di fatto.
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Chiamata a dare un giudizio sul caso di Serena Mollicone sarà la Corte d’Assise del Tribunale di Cassino. La 18enne venne uccisa presumibilmente nelle primissime ore del 1° giugno di venti anni fa. Sul banco degli imputati saranno chiamati a difendersi dalle accuse di omicidio volontario e di occultamento di cadavere l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, la moglie Anna ed il loro figlio Marco. Imputato è anche il maresciallo Vincenzo Quatrale, al quale si contesta il non essere intervenuto per impedire l’uccisione della ragazza. Lo stesso Quatrale è indagato anche per il reato di istigazione al suicidio del carabinieri Santino Tuzi, che avrebbe dovuto testimoniare contro la famiglia Mottola. Ed ancora, è indagato pure Francesco Suprano, brigadiere, per i reati di favoreggiamento e di intralcio alle indagini.
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Serena Mollicone, lei voleva denunciare il figlio del comandante dei carabinieri
Soltanto tra 2010 e 2011 tutti questi nomi spuntarono fuori, dopo alcuni rilievi compiuti con moderne apparecchiature tecnologiche. Ma anche attraverso diverse testimonianze. Guglielmo Mollicone è sempre stato convinto della colpevolezza di tutti questi personaggi in merito alla morte di sua figlia.
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Saranno i giudici ora a stabilire un verdetto nei prossimi mesi. Pur di celebrare il processo, il presidente del Tribunale di Cassino, Massimo Capurso, ha rimandato il proprio diritto ad andare in pensione. A costituirsi parte civile sono i parenti di Serena e Guglielmo. Si tratta di Consuelo, rispettivamente sorella e figlia dei due, poi suo zio Antonio e la cugina Gaia, figlia di quest’ultimo.
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Ma con loro c’è anche l’Arma dei Carabinieri, decisa a punire eventuali malefatte compiute eventualmente da chi la rappresentava. Un possibile movente del delitto sembra fosse rappresentato dal fatto che Serena Mollicone avesse l’intenzione di denunciare Marco Mottola. Il figlio del comandante dei carabinieri di Arce sembra fosse dipendente dalla droga.