Lombardia zona rossa, l’Rt scende ma non si va in arancione: perché

Permangono in Lombardia zona rossa e limitazioni e restrizioni del caso. Questo nonostante dei dati che cominciano a far ben sperare.

Lombardia zona rossa
Lombardia zona rossa FOTO Getty Images

Lombardia zona rossa, nonostante ci sia un miglioramento in quello che è l’indice di contagio Rt. I numeri non mentono e trovano anche la autorevole conferma da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. La curva sta scendendo nel corso degli ultimi giorni ed il valore di 1,30 dell’Rt è calato ora a 1,13.

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Che resta un dato ancora alto ma tale da permettere alla Regione di potere accedere in zona arancione. Invece così non sarà: in Lombardia zona rossa e relative restrizioni permarranno fino al 29 marzo. Il tutto avviene a scopo cautelativo, dal momento che la situazione già altre volte è sfuggita rapidamente di mano.

E comunque i posti letto negli ospedali lombardi sono pieni oltre la loro capienza massima. Il calo dell’indice Rt, registrato nella settimana da venerdì 12 a venerdì 19 marzo scorsi, sembra testimoniare comunque un calo di forza nella velocità di contagio del virus.

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Lombardia zona rossa, gli ospedali restano strapieni

Un calo che interessa anche Milano, a lungo zona critica e che oggi ha un valore Rt di 1,11. Questo indice è la traduzione diretta di quante persone possano essere contagiate da un solo individuo positivo. Più è elevato e peggio vanno le cose. In virtù di tutto ciò, si attende il picco della terza ondata in Lombardia già per domenica 21 marzo.

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Si spera poi che questo miglioramento possa continuare a protrarsi nel tempo, visto che negli ultimi sette giorni i contagiati in totale risultano essere in numero inferiore rispetto alla settimana precedente. Una situazione molto complicata la sta vivendo Brescia con relativa provincia. Qui lo scenario risultava in maniera preoccupante molto simile a quanto visto a Bergamo l’anno scorso.

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Per fortuna però è accertato il calo di pazienti ricoverati per il virus ai locali Spedali Civili. In terapia intensiva però resta un numero elevatissimo di ricoverati, e questo è il retaggio di giorni, se non settimane, precedenti. Un calo di casi difatti non ha un effetto immediato sulle strutture sanitarie, che accolgono pazienti in alcune situazioni ricoverati anche da mesi.

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