Covid, morto il fotografo Giovanni Gastel: era nipote di Luchino Visconti

Emergenza Covid, morto il fotografo Giovanni Gastel: era nipote di Luchino Visconti, lutto nel mondo della cultura italiana.

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Un altro grande lutto nel mondo della cultura italiana, legato ancora una volta al Coronavirus: si è spento a soli 65 anni il fotografo di fama mondiale Giovanni Gastel. Da qualche tempo aveva contratto il Coronavirus e le sue condizioni si erano rapidamente e drammaticamente aggravate. Nipote del grande regista Luchino Visconti, Giovanni Gastel ha iniziato ad avvicinarsi alla fotografia nei primi anni Settanta.

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Dopo gli esordi e la gavetta, a partire dai primissimi anni Ottanta, ha quindi iniziato a lavorare per numerose riviste di moda, tra cui Vogue, Elle e Vanity Fair. Il noto fotografo in quarant’anni di grandissima carriera soprattutto nel mondo della moda si è fatto un nome, in particolare collaborando anche con marchi di fama mondiale come Dior, Trussardi, Krizia, Tod’s e Versace.

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Cosa sapere sul fotografo Giovanni Gastel, ucciso dal Coronavirus

Proprio durante questi anni di intenso impegno professionale, ha iniziato a sviluppare il suo stile personale, caratterizzato da una poetica ironia, che lo ha reso poi molto popolare in tutto il mondo non solo della fotografia, ma delle arti figurative in generale. La sua passione per la storia dell’arte lo ha portato a introdurre nelle fotografie il gusto per la composizione equilibrata. I suoi punti di riferimento erano la Pop Art e il lavoro fotografico di Irving Penn. Figlio di Ida Pace Visconti di Modrone – sorella appunto del grande regista italiano – e di Giuseppe Gastel, fu anche poeta e scrittore.

Qualche anno fa, nel corso di un’intervista, aveva raccontato così i suoi esordi, avvenuti in un momento difficile come furono gli Anni di Piombo: “Ho avuto il coraggio di fare questo mestiere in un periodo in cui la fotografia languiva. Poi c’è stata la meravigliosa esplosione degli anni Ottanta che hanno segnato la fine di un momento terribile e la nascita di una società nuova. La moda ha veicolato molto questa idea di ridisegnare il mondo. Ed ecco che scoppia il made in Italy. Poi arrivano gli anni Novanta con il consolidamento dei mercati e un calo della creatività nella moda”.

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