Mamma disperata per il suicidio del figlio: “Ho chiesto aiuto per anni”

Una mamma devastata per il suicidio del figlio, spiega come il sistema sanitario non le abbia fornito la necessaria assistenza nonostante le sue numerose richieste di aiuto.

Ben Ambrose, 15enne del Kent (Inghilterra), è stato una delle vittime collaterali della pandemia di Coronavirus. L’adolescente, infatti, è stato sconvolto dall’esplosione della pandemia, dall’improvviso cambio di abitudini di vita, dall’obbligo di rimanere in casa e dopo una settimana si è tolto la vita nella sua camera. Un dramma che secondo la madre, Cathryn, poteva essere evitato se i medici lo avessero aiutato.

La donna, sentita dagli inquirenti in merito ad un’inchiesta aperta sul caso del figlio, ha spiegato infatti come da anni cercasse supporto psicologico e medico per Ben, il quale già prima della pandemia aveva mostrato segni di autismo. Poco prima del suicidio l’adolescente era stato ricoverato in ospedale per una perizia psichiatrica, ma dopo una valutazione era stato dimesso poiché considerato un soggetto a rischio basso.

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Mamma in lutto per il suicidio del figlio: “Ho chiesto aiuto per anni”

Dopo quanto accaduto, Cathryn lotta affinché ci sia una maggiore attenzione nei confronti dei giovani con possibili disturbi autistici. Vorrebbe che nella società e nel sistema sanitario ci fosse maggiore consapevolezza di quelli che sono i rischi legati a questa particolare condizione, affinché quanto accaduto al suo Ben non si verifichi con altri. Intervistata dai media britannici, la donna ha dichiarato: “Non ha avuto l’aiuto di cui aveva bisogno. Ci sono tantissimi bambini che scompaiono in questo modo. Ho chiesto aiuto per anni. Ben era brillante, ma si arrovellava su tutto”.

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I medici gli avevano diagnosticato un disturbo dell’attenzione ed avevano riscontrato dei tratti di autismo. Proprio a causa di questi disturbi, la madre ritiene che: “Ben non aveva la capacità e gli strumenti adatti per gestire le proprie emozioni in quel momento. Sono convinta che se fosse stato riscontrato prima, avrebbe potuto gestire tutto questo”. Con ogni probabilità se non ci fosse stata la pandemia, il caso di Ben sarebbe stato affrontato con maggiore attenzione ed il ragazzo avrebbe potuto ricevere l’aiuto di cui aveva un disperato bisogno.

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