Alex Pompa ha ucciso il padre per difendere la madre: rischia 20 anni di carcere

Alex Pompa, ragazzo di appena 18 anni che ha ucciso il padre per difendere la madre dall’ennesima aggressione andrà a processo.

Circa un anno fa, il 30 aprile del 2020, nell’abitazione di Collegno in cui vive Alex Pompa, il padre Giuseppe si lascia andare ad uno scatto d’ira e se la prende con la moglie. Il ragazzo, nemmeno 18enne, assiste a quella scena provando un misto di impotenza, paura e rabbia. Lui ed il fratello hanno passato l’adolescenza a contenere l’ira del padre e cercare di salvaguardare la madre da quelle esplosioni di rabbia incontrollate.

Il primo gesto del giovane è quello di scrivere un messaggio allo zio, una richiesta d’aiuto: “Sei l’unico che ascolta. Devi intervenire in modo drastico. Qui rischiamo tutti la vita”. Poco dopo, però, Alex non trattiene la sua di rabbia, prende un coltello dalla cucina e comincia a colpire il padre ripetutamente finché questo non muore. Una reazione estrema ad un contesto infernale. Il ragazzo non nega mai di aver commesso l’omicidio e viene arrestato. Dopo l’interrogatorio di garanzia, tuttavia, viene rilasciato e gli viene permesso di vivere per un periodo con la famiglia di un compagno di classe agli arresti domiciliari.

Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI

Leggi anche ->Ragazzo uccide il padre con 20 coltellate davanti alla madre e al fratello

Alex Pompa a processo, il giovane rischia sino a 20 anni di carcere

In questi mesi il giovanissimo Alex ha sostenuto l’esame di maturità in presenza all’Istituto Alberghiero di Pinerolo, si è iscritto alla Facoltà di Scienze della Comunicazione ed ha sostenuto tre esami online. Nel frattempo le indagini sulla morte del padre sono andate avanti, il suo avvocato ha cercato di dimostrare l’atmosfera di terrore in cui vivevano all’interno della casa presentando 200 file audio che dimostrano i frequenti eccessi d’ira del padre per motivi futili. Il legale ha anche ottenuto una perizia psichiatrica che dimostra una semiinfermità mentale del ragazzo, legata al disturbo post traumatico causato dall’accaduto.

Leggi anche ->Torino, uccise il padre violento: Alex andrà ai domiciliari a casa di un amico

In questi giorni si sono concluse le indagini a carico di Alex ed il giovane è stato rinviato a giudizio. Presto, dunque, comincerà il processo per omicidio volontario. A tal proposito l’avvocato di Alex, Claudio Strata,  spiega: “Il grosso problema è che il legislatore ha cancellato la possibilità di chiedere l’abbreviato nei casi di omicidio. La Corte Costituzionale, poi, ha detto che la legge è legittima e così siamo costretti a fare il processo. Per il caso di Alex, il rito abbreviato sarebbe stata la strada maestra”. Adesso, dunque, il 18enne rischia una condanna a 20 anni di carcere.

Impostazioni privacy