Gabriella Ferri, la morte e la terribile ipotesi del suicidio mai confermata

La grandissima artista Gabriella Ferri ci ha lasciato tragicamente nell’aprile del 2004. Ma come è morta? E’ stato veramente un incidente?

Una voce malinconica e inconfondibile, una teatralità incredibile, una bellezza rara: Gabriella Ferri ha lasciato tragicamente il mondo dello spettacolo ad aprile del 2004 quando l’Italia si è svegliata con la notizia della sua morte prematura. Una vita dedicata all’arte ma piena di ombre fantasmi hanno fatto della Ferri un’artista dal fascino maledetto e ancora da scoprire tuttoggi. Alla tragica notizia della morte si sono susseguite le più disparate ipotesi di suicidio. Ecco come è andata veramente.

Gabriella Ferri si è suicidata? La verità

All’età di 61 anni, Gabriella Ferri è morta in seguito ad un volo dal un balcone nella sua casa di Corchiano, in provincia di Viterbo, dove si era ritirata ormai da anni e conduceva una vita lontano dai riflettori. Non ne voleva più sapere di quel mondo dello spettacolo con cui aveva sempre avuto un rapporto di amore e odio: si era gettata sotto ai riflettori quando era giovane e aveva avuto un successo clamoroso con successi senza tempo, ma ne era fuggita poi in età adulta.

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Tanti problemi di salute: depressione, dipendenza da farmaci e quella vita maledetta che l’ha perseguitata fino alla fine. Da qui l’ipotesi che il la caduta dal balcone non sia stata accidentale, bensì un suicidio. L’assenza di biglietti di addio però aveva fatto accantonare questa tesi, scartata anche dai suoi stessi familiari. Ma il dubbio è sempre rimasto, considerando anche che la cantante aveva già tentato il suicidio 20 anni prima.

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In una delle sue ultime interviste, nel 1997 alla Repubblica, aveva parlato della sua malattia: “Io sono pigra e impaziente. In questo periodo ho pensato alla mia malattia che come a un nemico che ti colpisce alle spalle con una coltellata, sta ‘nfame!.” E poi un pensiero alla sua famiglia: “Ora ho 54 anni, e ho cominciato a lavorà che ne aveva otto. Vendevo lamette al Testaccio. Mio padre, guarda, ecco la foto, lo vedi?, sembra un principe, diceva sempre: io sò un poeta, nun lavoro se no me distraggo. Capisci?.”

 

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