Alberto Radius, la polemica con la moglie di Lucio Battisti: cosa è successo

Alberto Radius, chitarrista e cantante italiano, ha raccontato della storica polemica avuta con la moglie di Lucio Battisti. 

Alberto Radius, nato a Roma il 1° giugno 1942, è un chitarrista, cantante e produttore discografico. Nella sua carriera ha suonato con Quelli, la band che successivamente diventerà PFM, con i quali ha inciso le prime canzoni.

Radius, insieme a Tony Cicco e Gabriele Lorenzi ha fondato il gruppo Formula 3 e, dopo il fortuito incontro con Lucio Battisti, il complesso debutta con l’etichetta appena fondata dal cantautore, la Numero Uno, incidendo proprio con lui il brano “Questo folle sentimento“. Il primo album dei F3 esce nel 1970 ed è intitolato “Dies irae“, ma dopo due anni il chitarrista ha dato vita anche a un progetto da solista, intitolato “Radius“. L’artista oggi ha ricordato l’amico Battisti, che conosce dai tempi delle hit con Mogol.

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Alberto Radius rivela: “Le sue canzoni sono un patrimonio”

Su di lui sono state dette tante falsità. Come quando negli anni 70 si disse che era fascista per via di quella foto con il saluto romano. Quel giorno Lucio stava al piano e disse ai suoi musicisti che ci si doveva fermare. Mica poteva farlo con il pugno chiuso, ma a tanti piacque dire che era di destra“, così ha esordito Alberto Radius. Secondo il chitarrista, in molti erano invidiosi di Lucio Battisti, in quanto nessuno riusciva a eguagliarlo.

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Quando viene chiesto ad Alberto Radius come conobbe Lucio Battisti risponde che: “Lo conobbi che eravamo ragazzini. Andavo al Bar dei Professionisti a Roma, come lui. C’era una saletta dove si suonava. Poi lo ritrovai anni dopo a Milano e la nostra divenne un’amicizia anche artistica“. L’artista ha parlato anche della moglie di Battisti, Maria Letizia Veronese: “Io l’ho anche difesa e in parte capita. Quando nacque il figlio stavano a casa mia. Questo suo divieto a usare le sue canzoni non lo capisco. Una volta mi fece annullare un concerto in suo omaggio a Roma. Quelle canzoni sono un patrimonio, dovrebbero essere un canto libero per tutti“.

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