Alberto Genovese, stupri con una “struttura organizzata”: tutti sapevano

Emergono altri indizi nel caso di Alberto Genovese. Le ricostruzioni parlano di una struttura organizzata e un modus operandi preciso.

Alberto Genovese non lasciava nulla al caso. Le indagini hanno fatto emergere nuovi indizi che testimoniano la brutalità e l’organizzazione dietro alle feste.

Portare a letto le ragazze (volenti o meno). Era questo l’obiettivo principale delle feste. La struttura messa in piedi da Genovese e dai suoi collaboratori non ammetteva errori. Tutto doveva essere preciso e organizzato così da non lasciare scampo alle vittime.

Alberto Genovese: ecco com’erano organizzate le sue feste dell’orrore

L’imprenditore è stato arrestato il 6 novembre. Fin da subito dalle indiscrezioni era emerso che molti sapevano delle sue abitudini ma che nessuno aveva mai parlato. Grazie al proseguimento delle indagini si è potuta fare chiarezza sul metodo tramite il quale adescava e violentava le ragazze.

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Le vittime erano adescate con un modello “modello operativo efficace e organizzato“. Le ragazze “venivano individuate e contattate” sui social o di persona. Poi erano selezionate “secondo caratteristiche fisiche costanti”. Ad occuparsi di questo passaggio sarebbero stati i collaboratori di Genovese Alessandro Paghini e Daniele Leali.

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Giovanissime, belle, magre, senza forme accentuate e pronte a drogarsi: ecco le caratteristiche predilette dall’imprenditore. Le ragazze selezionate potevano andare a Terrazza sentimento o a una delle sontuose vacanze a Ibiza o Mikonos. In queste occasioni Genovese pagava tutto: la droga, il cibo, le sigarette.

Durante le feste, solitamente l’imprenditore attirava la vittima prescelta in camera da letto con la scusa di farsi una striscia insieme. Successivamente c’era la proposta di un rapporto sessuale.

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Per chi non accettava c’era una droga che inibisce ogni resistenza e rende la vittima incosciente.  Le indagini hanno anche evidenziato come la stessa fidanzata di Genovese, Sarah Borruso, avesse tratto in inganno le ragazze. La donna avrebbe convinto alcune vittime ad andare in camera da letto con una scusa. A quel punto compariva Genovese pronto a consumare il rapporto.

Uno dei principali organizzatori di questi eventi era Javier Verastegui Malgarejo, il factotum e autista di Genovese. “Ricevevo una lista di persone autorizzate da Daniele Leali. Prima della festa mi occupavo di rifornire le bevande, rendere la casa accessibile agli ospiti, e contattare lo staff (…). Genovese si preoccupava principalmente che la casa fosse accogliente e che lo staff avesse le caratteristiche di quello di un vero club”.

Sempre l’assistente ha dichiarato di aver visto “più volte dei piatti con la droga in polvere che venivano portati dentro casa da Alberto o da altri amici di Alberto come Daniele Leali”. Tutto ciò fa ben capire la grande organizzazione.

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