Dolce Forno Harbert, come funzionava: quanto vale oggi il gioco anni’80

La Harbert era un’azienda di giocattoli attiva tra gli anni ’70 e ’90. Tutti ricordano il loro Dolce Forno. Ecco come funzionava!

Dolce Forno

Chi è stata bambina tra gli anni ’70 e i primi anni ’90, sicuramente avrà giocato almeno una volta a imitare la chef con il Dolce Forno della Harbert. L’azienda di Milano si occupava di distribuire in Italia famosi giocattoli molto apprezzati negli Stati Uniti, tra cui i prodotti della Kenner (progenitore del giocattolo). La Harbert per molti anni ha avuto questo giocattolo tra i suoi cavalli di battaglia. Quando venne poi rilevata dal Gruppo Giochi Preziosi nel 1994, il Dolce Forno non fu tra quei giocattoli che continuarono ad essere prodotti.

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Com’era fatto questo Dolce Forno?

L’idea era quella di ricreare un vero forno da cucina elettrico, versione bambino! Quindi all’interno del Dolce Forno c’era una lampadina a incandescenza. Questa quindi si riscaldava, cuocendo così piccoli dolcetti come crostatine o frollini. Sicuramente, negli anni ’80 questo è stato uno dei giocattoli più popolari tra le bambine, che potevano quindi aiutare le loro mamme e le loro nonne a cucinare deliziosi manicaretti! Nella scatola, c’era propri tutto l’occorrente, mancavano solo gli ingredienti delle ricette. Un piccolo matterello, un cucchiaio, delle piastre d’acciaio, una spatola, una ciotola…persino il ricettario!

Sebbene questo giocattolo non sia più in vendita da più di 20 anni, per i più nostalgici esso è facilmente reperibile su internet. Ad esempio, su e-bay ci sono diverse edizioni del Dolce Forno, a prezzi differenti. Oramai si può considerare come un giocattolo vintage: quindi si parte da una cifra che gira intorno ai 50 euro, ma si può salire fino a superare di molto i 100. Sono tutti perlopiù completi e in ottimo stato. Non stupisce, quindi, che le cifre di vendita siano abbastanza alte!

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In ogni caso, il Dolce Forno rimante indimenticabile tanto quanto gli spot che lo hanno accompagnato negli anni. Noi ricordiamo quello del 1987 con un sorriso.

Dolce Forno

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