Cadaveri nei rifiuti o fatti a pezzi: così liberavano i posti in cimitero

Cadaveri nei rifiuti o fatti a pezzi. Questa l’opera di alcune persone che volevano lucrare sui posti in cimitero. Ecco cos’è successo. 

In base alle ricostruzioni i responsabili avrebbero svuotato diversi loculi tramite questo modus operandi, rimanendo per molto tempo impuniti.

I responsabili avevano l’obiettivo di lucrare su posti che avevano liberato. La vicenda si è svolta nel cimitero di Tropea, luogo in cui la comunità è ancora sconvolta.

Cadaveri nei rifiuti o fatti a pezzi: “condotte raccapriccianti”

Bruciati o gettati nei cassonetti, è così che i responsabili si sbarazzavano delle salme. Grazie alle indagini dei finanzieri del Comando provinciale di Vibo Valentia è scattato l’arresto per tre persone. Contro di loro ci sono molteplici accuse: violazione di sepolcro, distruzione di cadavere, illecito smaltimento di rifiuti speciali cimiteriali e peculato.

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I provvedimenti sono stati eseguiti nei confronti di Francesco Trecate, del figlio Salvatore e Roberto Cintartese. I primi due erano già noti alle forze dell’ordine. L’accusa ha anche utilizzato le immagini di un impianto di videosorveglianza di un’area interna del cimitero.

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I tre procedevano senza farsi troppi problemi. Rimuovevano le salme di persone decedute da molti anni, anche se non decomposti, bruciando i resti o gettandoli nei cassonetti della raccolta urbana. Ad aggravare ulteriormente la loro posizione è l’uso indebito di un automezzo dell’Amministrazione comunale. Il veicolo sarebbe stato preso da Trecate in quanto è un incaricato di pubblico servizio.

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“I reati sono stati portati a compimento con condotte raccapriccianti e con offesa alla pietà dei defunti”, ha dichiarato il procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo. Il magistrato ha poi invitato i cittadini a controllare l’effettiva permanenza delle tombe dei propri cari. Sempre in base alle ricostruzioni, molte persone sapevano cosa succedeva in cimitero, ma nessuno aveva mai denunciato i fatti.

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