Puglia, verso l’obbligo dei vaccini: un sanitario su tre rifiuta

Vaccini al personale sanitario, in Puglia scoppia il caso: «Uno su tre si rifiuta». Si pensa all’obbligo

vaccino AstraZeneca Italia
Arrivo vaccino AstraZeneca Italia FOTO Getty Images

I vaccini rischiano di diventare un caso per la presenza di rifiuti alla somministrazione. Se per ora non lo è ancora nel resto del paese, il caso si è già sviluppato in Puglia. La regione governata da Emiliano starebbe pensando seriamente di chiedere l’obbligo. Secondo i dati raccolti, infatti, nel personale sanitario uno su tre non vuole vaccinarsi. Una proporzione grave, che rischia di mettere in pericolo tutto il piano di vaccinazioni. A questo, infatti, bisogna aggiungere che l’immunità di gregge è difficile da raggiungere ora che sono presenti le varianti più disparate al virus. Ecco perchè Fabiano Amati, esponente del Pd e presidente della commissione Bilancio e programmazione della Regione Puglia, ha lanciato l’allarme: “Il rifiuto della vaccinazione» anti Covid «tra il personale sanitario ha percentuali preoccupanti, in alcune province si stima circa il 30%, e in tanti stanno addirittura rifiutando il richiamo. Una situazione gravissima che suggerisce la decisione di portare subito in aula la legge sull’obbligo”. 

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In Puglia scoppia il caso vaccini

Amati sottolinea sulle pagine di Leggo quanto la decisione di non vaccinarsi non è un atto di libertà ma un mancato rispetto della salute altrui: “In generale – prosegue il presidente – non si può scegliere di contagiare gli altri, figurarsi in ambito sanitario e per di più nell’ambito delle iniziative di contrasto a una delle più grandi e gravi pandemie registrate nella storia conosciuta dell’umanità. Gli operatori sanitari dovrebbero essere i primi a volere l’ampia diffusione della pratica vaccinale, proprio perché sanno meglio degli altri cosa significhi ammalarsi di Covid-19.

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Per questo – afferma in conclusione – un rifiuto non può essere interpretato come un atto di libertà individuale, ma come disprezzo della salute altrui. A questo punto l’obbligo mi sembra ancor più indispensabile».

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