“Non lasciarmi, non mi sveglierò”: le ultime parole di un papà morto di Covid

Leon aveva paura di addormentarsi e non svegliarsi più nel letto dell’ospedale in cui era ricoverato per Covid: purtroppo è quanto successo. 

Leon Boase era stato portato d’urgenza in ospedale a novembre e aveva trascorso quattro settimane in terapia intensiva. La sua compagna e madre dei suoi figli rivela ora quelle che sono state le sue ultime parole su FaceTime: “Non mettermi a dormire, non mi sveglierò”. Poco dopo il Covid l’ha ucciso a soli 40 anni.

Negazionisti Covid ricoverati

La tragedia di Leon Boase, ucciso a 40 anni dal Covid

Leon era terrorizzato al pensiero di non riprendere conoscenza ,spiega sua compagna Nichola Jennison. La coppia era in autoisolamento dopo che entrambi avevano contratto il Covid all’inizio dello scorso novembre. Boase, inizialmente asintomatico, era stato ricoverato al James Cook Hospital di Middlesbrough, nel North Yorkshire (Inghilterra), il 12 di quel mese con atroci dolori di stomaco.

Nel giro di 24 ore le condizioni di Leon sono drasticamente peggiorare e nelle quattro settimane successive il 40enne ha lottato tra la vita e la morte in terapia intensiva, mentre la sua famiglia assisteva inerme a quel triste spettacolo. Boase ha contratto due volte la polmonite e alla fine anche i suoi reni hanno ceduto. I medici gli avevano dato solo l’1% di possibilità di sopravvivere, ma a condizione di ricevere un trapianto di polmone che in quel momento non era disponibile. Il 13 dicembre purtroppo Leon è morto.

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La signora Jennison, 38 anni, ha trovato solo ora il coraggio di raccontare di aver parlato con il suo partner per l’ultima volta su FaceTime, dopo essere stata chiamata da una delle infermiere. “Le sue ultime parole per me sono state: ‘Non lasciarmi dormire, non mi sveglierò’. Non le dimenticherò mai. È stato così straziante sentirlo, ma gli ho detto di smetterla di fare lo stupido e che sarebbe tornato presto a casa”. Invece così non è stato.

“Non riesco proprio a capire cosa è successo – continua la compagna di Leon -. Non ha mai fumato, non beveva, non usciva, è sempre stato così cauto, eppure se n’è andato”. Leon era l’affezionatissimo papà di Leo, otto anni, e patrigno di Leighton, 16 anni. Era anche un amorevole figlio, nipote, fratello, zio, nipote e cugino. “Leon era il miglior papà e partner del mondo, anche quando era lunatico. Tutto quello che ha fatto è stato lavorare sodo e provvedere ai bisogni della famiglia. Non ha chiesto niente né ferito nessuno: era sempre tranquillo, riservato e affettuoso. E’ stato il mio primo e ultimo amore”, conclude la donna.

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