Auschwitz, dove si trova il campo e quanti ebrei vi furono uccisi

Tutti conoscono il tristemente noto Auschwitz, ma quanti sanno davvero cosa è successo dietro i cancelli del campo di concentramento tedesco?

Auschwitz

“Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi): non c’è nessuno al mondo che non riconosca la frase che sovrastava il cancello d’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz. Sono un po’ meno le persone che sanno, invece, che il campo sorgeva nelle vicinanze della cittadina polacca di Oświęcim (che in tedesco si diceva, appunto, “Auschwitz”). Con il tempo vennero aggiunti altri due campi al complesso, Birkenau e Monowitz: altri 45 sottocampi vennero in seguito creati attorno ai tre principali.

Un incubo che fa da monito per le generazioni future

Non si sa con sicurezza quante vittime siano morte ad Auschwitz: nel 1990, infatti, la cifra riportata sulla targa commemorativa (che allora segnava 4 milioni) fu contestata. In seguito la stima venne corretta secondo gli studi degli storici dell’Olocausto, che ritengono che la cifra corretta sia di 1 milione e 500 mila morti.

Leggi anche -> Sami Modiano, chi è il superstite dell’Olocausto sopravvissuto ad Auschwitz

Auschwitz inizialmente fu creato come campo di smistamento per i prigionieri polacchi: Hitler in quel periodo non aveva ancora trovato quella che, in seguito, avrebbe chiamato “la soluzione finale al problema ebraico”. A metà del 1942 Auschwitz diventò completamente operativo.

Della “selezione” (che decideva chi sarebbe entrato del campo per lavorare e chi invece sarebbe stato ucciso immediatamente) esiste persino una serie di circa 200 foto: le stesse immagini che oggi vengono guardate con orrore vennero scattate dai Nazisti, desiderosi di mostrare come procedeva il loro lavoro.

La maggior parte delle persone venivano ingannate dai Nazisti: agli Ebrei veniva detto che avrebbero avuto terre, case ed un lavoro stabile (così da convincere le famiglie a partire volontariamente e con tutti i loro averi). Una volta arrivati al complesso di Auschwitz la verità era ben diversa.

Leggi anche -> Morto Nedo Fiano, era uno degli ultimi sopravvissuti ad Auschwitz

Di testimonianze di come si viveva ad Auschwitz ce ne sono tante, fortunatamente. Per quanto sofferenti, i sopravvissuti ci tengono che la loro storia sia raccontata affinché non venga ripetuta.

Oggi anche l’intero complesso è diventato un museo aperto a tutti i turisti che vogliono informarsi: si possono visitare sia Auschwitz che Birkenau (chiamato anche Auschwitz II). Sicuramente non è una meta felice per una vacanza, ma è fondamentale: le parole delle guide, che spiegano senza peli sulla lingua del triste destino di coloro che venivano deportati, potrebbero cambiare la visione del mondo di molti turisti.

Auschwitz

Impostazioni privacy