Morta Cecilia Mangini, ultima esponente del cinema del reale

Lutto nel mondo del documentario italiano: morta Cecilia Mangini, ultima esponente del cinema del reale e prima documentarista donna.

(screenshot video)

Si è spenta nella notte a 93 anni Cecilia Mangini, ultima esponente del cinema del reale e prima documentarista italiana. Di origini pugliesi e toscane, è cresciuta in Puglia per poi trasferirsi ancora bambina a Firenze con la famiglia. Nel corso della sua infanzia e fanciullezza, la famiglia torna spesso a Bari, soprattutto d’estate.

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Padre antifascista, sin da giovanissima Cecilia Mangini si interessò a fotografia e cinema, dando vita ai primi cineclub nella sua zona. Ai primi anni Cinquanta risale il trasferimento a Roma, dove ha più opportunità per coltivare le sue passioni e dove conosce il regista Lino Del Fra, poi divenuto suo marito.

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Chi era Cecilia Mangini, un ritratto della documentarista

Nella Capitale inizia a occuparsi di fotografia di strada e a interessarsi al genere documentario, soprattutto a quello antropologico. Con il sostegno di un giovanissimo Fulvio Lucisano, fu così la prima donna in Italia a cimentarsi in questo genere. Con il contributo del marito e di un allora non notissimo Pier Paolo Pasolini, si inizia a interessare delle periferie cittadine e del controllo sociale delle classi subalterne, dando vita ai suoi primi lavori. Il suo esordi è in Ignoti alla città, documentario del 1958 ispirato al romanzo Ragazzi di vita di Pasolini. La periferia sarà il tema di molti documentari antropologici di quegli anni e il contributo dell’opera di Pasolini è sicuramente molto importante.

Nel 1962 sempre in collaborazione con Pasolini e con il commento musicale di Egisto Macchi, esce La canta delle Marane, ancora oggi ritenuto una pietra miliare del documentario italiano. Affronta anche altre tematiche, come in Stendalì – Suonano ancora, uscito a fine anni Cinquanta, un lavoro affascinante sui rituali arcaici del Mezzogiorno d’Italia. Anche questa è una tematica molto importante nei documentari di quegli anni. Successivamente, lavora con il marito e il siciliano Lino Micciché al documentario politico All’armi siam fascisti!. Negli anni ha dato importanza alla condizione delle donne degli anni Sessanta e Settanta e del Mezzogiorno d’Italia dal punto di vista lavorativo.

Gli ultimi anni della regista

Collabora con il marito nella sceneggiatura di Antonio Gramsci – I giorni del carcere, quindi a Comizi d’amore ’80, una serie di documentari con un omaggio alla figura di Pasolini. Negli anni, di lei si perdono le tracce, ma di recente una serie di opere a lei dedicate ne fanno riemergere la figura. Nel 2010, esce Non c’era nessuna signora a quel tavolo. Il cinema di Cecilia Mangini di Davide Barletti e Lorenzo Conte, quindi tre anni dopo In viaggio con Cecilia, scritto insieme a Mariangela Barbanente.

Si tratta di un ritorno nel suo Mezzogiorno d’Italia e la regista appare anche nelle vesti di protagonista e intervistatrice. Il suo ultimo lavoro è addirittura dello scorso anno: si tratta di Due scatole dimenticate – un viaggio in Vietnam, documentario scritto e girato insieme a Paolo Pisanelli. La morte è arrivata oggi quasi improvvisa, all’età di 93 anni, dopo una vita dedicata a raccontare il reale attraverso la macchina da presa.

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