Vaccino, la proposta di Letizia Moratti: “Spartizione in base al pil della regione”

La nuova assessora al Welfare della Lombardia avanza una proposta sulla ripartizione delle dosi di vaccino che accende un polemica.

Nelle scorse ore la nuova assessora al welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, ha scritto una lettera al commissario Domenico Arcuri al fine di richiedere l’integrazione di nuovi parametri nei criteri di ripartizione delle dosi di vaccino in arrivo. La richiesta giunge in considerazione del fatto che la Pfizer ha rallentato la produzione e non sta rispettando i tempi di consegna previsti.

Tra i criteri inseriti ci sarebbe anche il contributo che la Regione fornisce al Pil nazionale, parametro che ha generato non poche polemiche nel mondo della politica e non solo. Se infatti il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha appoggiato la proposta: “La vicepresidente Moratti sulla distribuzione dei vaccini ha chiesto una serie di integrazioni che mi sembrano estremamente coerenti e logiche e ascolteremo cosa ne pensa Arcuri”. Ben diversa è stata la reazione del ministro della Salute che ha commentato: “Tutti hanno diritto al vaccino indipendentemente dalla ricchezza del territorio in cui vivono. In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione. Non un privilegio di chi ha di più”.

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Vaccino: polemiche sulla proposta della Lombardia, l’assessorato chiarisce

Il riferimento al Pil ha generato polemiche anche all’interno del consiglio regionale della Lombardia. Massimo De Rosa, capogruppo del M5S ha dichiarato: “Questo merita una discussione immediata in Consiglio: i criteri elencati al momento ci sembrano discutibili se non discriminatori”. Sulla stessa posizione anche Ubaldo Pagano, capogruppo del PD alla commissione di Bilancio: “Indicibile la proposta di Letizia Moratti sul piano di vaccinazione: più vaccini ai più ricchi. In questo concetto si sostanzia tutta la politica della Lega, che non ha mai smesso di essere Lega-Nord, e di certa destra connivente: prima il Nord, prima il PIL, anche a scapito della salute, dell’uguaglianza, dell’unità nazionale”.

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Il polverone alzato dalla proposta del nuovo assessore al Welfare lombardo ha costretto la regione Lombardia a precisare che non si tratterebbe di una questione di ricchezza, ma di ripresa nazionale: “Il riferimento al Pil come uno dei criteri per la ripartizione delle dosi di vaccino anti-Covid suggeriti nella lettera al commissario Arcuri, i cui contenuti saranno oggetto di un confronto in conferenza Stato-Regioni, non è legato al concetto di ricchezza, bensì alla richiesta di una accelerazione nelle vaccinazioni in una Regione densamente popolata di cittadini e anche di imprese, che costituisce una dei principali motori economici del Paese”.

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