Ictus emorragico, nuovo studio: ecco chi rischia di più

Secondo i ricercatori della Yale School of Medicine di New Haven, in Connecticut, i fumatori (e chi è geneticamente predisposto al fumo) possono essere più soggetti a ictus emorragico. 

medico morto ospedale

I fumatori, ma anche chi è geneticamente predisposto al fumo, possono correre un rischio maggiore di andare incontro a un ictus emorragico, un grave evento cardiovascolare che si verifica quando in cui un’arteria cerebrale si rompe. A sottolinearlo è un’analisi dei ricercatori della Yale School of Medicine di New Haven, in Connecticut. Il fumo, in particolare, è un fattore di rischio per la formazione e la rottura di aneurismi, dilatazioni di un’arteria cerebrale, che può sfociare nell’emorragia subaracnoidea non traumatica (SAH), una fuoriuscita più o meno copiosa di sangue da un vaso leso che si produce all’interno dello spazio subaracnoideo (quello tra le meningi in cui scorrono le arterie cerebrali).

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L’incidenza del fumo sul rischio di ictus emorragico

Lo studio in questione, pubblicato sulla rivista scientifica Stroke, che dimostra per la prima volta un nesso diretto e lineare tra il fumo e la predisposizione genetica al fumo e il più grave e potenzialmente fatale degli ictus. L’ictus emorragico, spiegano gli esperti coordinati da Guido J. Falcone, può essere di due diverse tipologie. C’è quello causato da un’emorragia intracerebrale, solitamente scatenata dall’ipertensione, e quello dovuto a un’emorragia subaracnoidea, che origina spesso dalla rottura di un aneurisma. Già in passato diversi studi avevano mostrato un’associazione tra il fumo e un più alto rischio di questo secondo tipo di ictus, ma ora c’è anche la “prova” di un rapporto di causa-effetto.

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Gli studiosi della Yale School of Medicine hanno analizzato i dati genetici di 408.609 persone, di età compresa tra i 40 ed i 69 anni, per dimostrare che chi fuma da mezzo pacchetto a venti pacchetti di sigarette in un anno può incorrere in un aumento del 27% del rischio di ictus, mentre chi fuma più di 40 pacchetti all’anno ha una probabilità tre volte maggiore. Il rischio, rimarcano gli esperti, vale anche per le persone geneticamente predisposte al fumo, che hanno un rischio di emorragia subarcnoidea maggiore del 63% rispetto a chi non ha tale predisposizione. Il prossimo obiettivo, dunque, è la diagnosi precoce.

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