Giancarlo Conte, chi è il talent scout che scoprì Orietta Berti e Iva Zanicchi

Giancarlo Conte, chi era il talent scout che portò Orietta Berti e Iva Zanicchi al successo: le VIP devono tutto a loro.

Protagonista sconosciuto della vita di moltissimi personaggi famosi italiani è il talent scout Giancarlo Conte. All’imprenditore devono il proprio successo moltissimi VIP, tra cui Iva Zanicchi, Orietta Berti, Mina, e Caterina Caselli. Nel suo studio, Giancarlo lavorava dietro le quinte del mondo dello spettacolo per costruire il successo dei volti più promettenti. Giancarlo Conte è morto nel 2008, lasciando la tristezza nei cuori di tutti coloro che lo conobbero.

Chi era Giancarlo Conte

Intervistato dai giornalisti della Gazzetta di Reggio, Giancarlo Conte aveva raccontato la scalata verso il successo di Iva Zanicchi e Orietti Berti. Le due donne VIP devono tutto proprio all’imprenditore reggiano: “Iva era una cantante casereccia, nostrana e ruspante. Anche oggi in parte si è mantenuta tale: risponde alle domande e non si dà arie. Un personaggio molto diverso da quelli imperanti allora, come la Vanoni, la tipica snob milanese, o di Mina, con una forte impronta di classe” ha raccontato Conte. Poi ha confessato: “Agli inizi la Zanicchi era molto svogliata: cantava con lo stile di una che lava i panni lungo i canali. Le imposi di ascoltare e riascoltare i dischi di Dyana Washington”. Senza di lui, dunque, Iva non sarebbe arrivata dove si trova ora.

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Una situazione simile venne a crearsi anche con Oretta Berti. Conte raccontava: “Aveva di certo una musicalità superiore rispetto a quella della Zanicchi, che aveva una voce leggermente calante e squadrata. Le feci letteralmente mangiare l’album di una venezuelana, Adilla Castillo, da cui mutuò il suo stile”. Ma anche per la Berti all’inizio non fu facile farsi notare. “Una volta mi chiese perché a un Sanremo le feci indossare un abito a strisce. “Tutti ne parlano male”, mi disse. “E’ stato un bene, altrimenti di te nessuno avrebbe parlato”.

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Dopo la sua morte Iva Zanicchi ha ricordato l’uomo con affetto: “Il suo entusiasmo era contagioso, la sua simpatia trascinante. Era un vulcano di idee. La Corrida stessa è frutta del suo pensiero. […] Malgrado la malattia, anche negli ultimi tempi stava pensando ad un progetto, una cosa carica da presentare in tv. Bisognerebbe riprenderla…”.

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