Seconda fase vaccino, Bassetti: “Vaccinare il più possibile, anche con l’esercito”

Il direttore di Malattie Infettive del San Martino di Genova, Bassetti, invita all’apertura ai privati e all’esercito per velocizzare la vaccinazione della popolazione.

I primi vaccini anti covid sono giunti in Italia già in dicembre e in questi primi giorni della campagna di vaccinazione le regioni si sono adoperate per vaccinare i medici, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari degli ospedali, nel contempo sono cominciate le vaccinazioni nelle Rsa per dipendenti e pazienti. Una volta finita questa prima fase, bisognerà vaccinare le altre fasce della popolazione.

Secondo quanto promesso dal governo entro l’estate una buona parte della popolazione dovrebbe essere già vaccinata, molto dipenderà dalla velocità con la quale giungeranno le prossime dosi del vaccino Pfizer e dall’arrivo di altri vaccini come quello di Moderna e di AstraZeneca. Gli accordi per l’arrivo delle dosi sono già stati presi dal governo, dunque si attende solo l’approvazione da parte dell’Ema (per Moderna è già arrivato) e la distribuzione su tutto il territorio nazionale.

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Seconda fase, Bassetti: “Per vaccinare il prima possibile bisogna aprire a privati e esercito”

Intervistato da Tgcom 24 sulla campagna vaccinale e su quella che dovrà essere la seconda fase, ovvero la vaccinazione del resto della popolazione, il Direttore del reparto Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ha spiegato che prima si concluderanno le vaccinazioni, prima usciremo dall’incubo Covid-19. Chiaramente per le vaccinazioni di massa è necessario che ci sia molto più personale addetto alle iniezioni.

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Il medico ritiene che la soluzione si richiedere l’aiuto di privati ed esercito: “Per la più grande campagna vaccinale mai fatta nella storia moderna ci vogliono sforzi straordinari, si deve aprire il più possibile, ai laboratori privati, alle farmacie, fino all’esercito. Più velocemente riusciremo a la maggioranza della popolazione, prima torneremo alla vita normale”.

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