Terapie intensive, dati preoccupanti in 11 regioni dopo le feste

Dopo le festività natalizie sale il numero di ricoveri direttamente correlabili alla pandemia in terapie intensive e in altri reparti.

Terapie intensive ricoveri
Aumentano i ricoveri nelle terapie intensive in 11 regioni FOTO Getty Images

Le terapie intensive, già in affanno almeno dallo scorso mese di ottobre, stanno soffrendo in maniera ulteriore adesso. Gli eccessi ai quali abbiamo assistito prima e dopo le festività natalizie si sono fatti sentire in negativo. Tra feste private, assembramenti per assistere all’accensione delle luci di Natale e code al di fuori dei negozi dopo le riaperture, il virus ha avuto modo di viaggiare veloce, con la formazione di focolai che hanno contribuito a rafforzare il contagio i certe situazioni.

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Adesso le autorità governative e sanitarie corrono al riparo e nonostante i due giorni di zona gialla dell’8 e 9 gennaio e gli ulteriori due in arancione del 10 e 11 gennaio, ci saranno dei provvedimenti importanti atti a contenere l’emergenza. Del resto anche la decisione di abbassare i parametri per decidere quali regioni andranno in zona arancione o rossa sono esemplificativi. La soglia in tal senso ha visto un abbassamento rispettivamente a 1 ed a 1,25. Al di sotto di 1 si va in zona gialla; tra 1 e 1,25 in zona arancione; al di sopra in zona rossa. E stando a questa classificazione ci sono 12 regioni al momento che risulterebbero sottoposte a provvedimenti restrittivi. Sono le seguenti, tutte in arancione:

  • Calabria;
  • Liguria;
  • Veneto;
  • Basilicata;
  • Lombardia;
  • Puglia;
  • Emilia Romagna;
  • Friuli Venezia Giulia;
  • Marche;
  • Sardegna;
  • Lazio;
  • Sicilia (zona rossa)

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Terapie intensive, dopo le feste dati in peggioramento

Gli ospedali restano pieni ed il personale medico sta facendo di tutto per fare fronte a questa difficile situazione. Il tutto mentre da più parti viene data per certa la terza ondata di contagi. E Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza, ha parlato di necessità di intraprendere restrizioni al massimo della loro severità per potere far si che la curva dei contagi scelta. Insomma, secondo lui servirebbe proprio un nuovo lockdown, e per un periodo di tempo di 6-8 settimane. Proprio come accaduto tra marzo e maggio del 2020. Permarranno per tutto il mese di gennaio le limitazioni ed i divieti già noti da tempo, con bar e ristoranti chiusi ed aperti nelle sole zone gialle fino alle 18:00 e poi per asporto o per consegne a domicilio dopo tale orario.

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Restano le restrizioni note

Solo i negozi di prima necessità restano aperti invece nelle zone rosse. Mentre sono vietati in ogni caso gli spostamenti in altre regioni o provincie autonome diverse da dove si risiede. Permessi i soli casi di necessità legati a situazioni di lavoro, studio, salute, assistenza a persone non autosufficienti o rientri al proprio domicilio o residenza. Ci sono anche limitazioni in determinati casi che vietano di lasciate il proprio Comune di residenza.

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I contagi, stando al bollettino del 7 gennaio 2021, ammontano a 18.020 con 414 vittime, con 55mila tamponi in meno. Ed il tasso di positività sale al 14,8%, così come i ricoveri legati direttamente alla pandemia, sia nelle terapie intensive (ora oltre il 30% in 11 regioni) che negli altri reparti. Tutto ciò lascia temere ad uno scenario molto complicato anche per il resto dell’inverno.

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