Vaccino Covid, gravi ritardi per ferie dei medici e disorganizzazione

Una vera e propria falsa partenza per il vaccino Covid. Le cause sono state molte, ma oggi è il giorno della svolta. 

Ferie, carenza di personale e disorganizzazione generale: queste sono le principali cause di una partenza più che mai faticosa.

I numeri parlano chiaro: 114.349 vaccinazioni effettuate sulle 469.950 dosi consegnate. Nonostante questi ritardi, oggi sembra essere il momento della svolta.

Vaccino Covid, allarme per alcune regioni

C’è grande preoccupazione per i ritardi che hanno caratterizzato la somministrazione del vaccino. Durante un vertice tra il premier, i capidelegazione e i membri del Cts è emerso il nome della Lombardia. I dati hanno evidenziato come la regione sia in netta difficoltà, ma subito dietro di lei incombono altre regioni come il Lazioni. Nella giornata di oggi, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, presidierà il Comitato dell’ordine e della sicurezza Pubblica e cercherà di valutare la situazione con l’aiuto del commissario Domenico Arcuri.

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Nel mentre, la Lombardia si mette sulla difensiva dicendo che non poteva richiamare il personale dalle ferie. In più, annuncia 6.000 vaccinazioni al giorno nei 65 hub regionali, ma ribadisce anche che saranno aumentate fino a 10-15mila nei prossimi giorni. Il sindaco di Varese però non ci sta e usa parole di fuoco per descrivere la situazione: “Numeri inaccettabili, siamo i peggiori d’Italia“.

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Nonostante l’allarme verso la Lombardia, nella top tre delle regioni più in ritardo troviamo Sardegna, Abruzzo e Calabria. La prima ha annunciato che avvierà la campagna di vaccinazione dal 7 gennaio, ma per quanto riguarda il caso calabrese le cose si complicano. Il responsabile Covid Antonio Belcastro ha spiegato la situazione: “Ci sono diverse ragioni. Le festività, la scarsità di personale e la scarsa volontà di collaborare di alcuni commissari di aziende pubbliche ospedaliere”. L’uomo rimane comunque fiducioso sulla capacità della regione di rimettersi in pari anche grazie all’accordo con il Rotary Club che metterà a disposizione 125 medici gratuitamente.

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Anche per la Liguria la situazione non sembra per niente rosea, ma Toti annuncia un incremento di 2mila vaccini al giorno. Lo stesso Ansaldi, direttore della prevenzione e sub-commissario dell’ente ligure Alisa dice: “Da tempo immemore qui non si fanno né sabati né domeniche. Gli allarmismi sono eccessivi. Presto arriveremo allo standard del 70 per cento”.

Nessun problema invece per l’Emilia-Romagna che punta alle 8mila vaccinazioni al giorno. A prescindere dalle problematiche delle singole regioni, una delle principali criticità riguarda il rimpallo di responsabilità con il governo centrale. Intanto è anche difficile fare previsione su ciò che accadrà a marzo. Sicuramente aumenteranno i punti di somministrazione fino ad arrivare a 1500.

Eni e Poste lavorano a una piattaforma di tracciamento e si è anche parlato di un’anagrafe nazionale. Alcune regione hanno già attivano app che chiamano i cittadini a vaccinarsi, ma ciò che preme maggiormente è l’arrivo del personale: per febbraio si prevedere l’arrivo di 15mila tra medici e infermieri.

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