Cristiano Ronaldo duro con il figlio: “Mi fa arrabbiare, dev’essere il migliore”

Cristiano Ronaldo parla del figlio e delle sue potenzialità, spiegando come la sua mancanza di “fame” lo faccia arrabbiare.

Ieri sera a Dubai Cristiano Ronaldo ha ricevuto l’ennesimo riconoscimento di una carriera con pochi eguali. Il portoghese, dopo un paio d’anni al di sotto delle statistiche a cui aveva abituato in carriera, quest’anno (alla soglia dei 36 anni) è tornato sui livelli realizzativi del Real Madrid. Se il cinque volte pallone d’oro ci è riuscito è solo grazie ad un’etica del lavoro e ad una volontà ferree.

Non è una novità che CR7 sia arrivato a questi livelli alieni grazie al duro lavoro svolto durante la settimana sia in allenamento che in casa. Il portoghese vive per dare il meglio di sé all’interno del rettangolo verde, curando nei minimi dettagli non solo gli allenamenti, ma anche la dieta ed il sonno. Tempo addietro, infatti, a rivelato di effettuare numerosi mini spuntini al giorno, ma soprattutto diversi sonnellini nell’arco delle 24 ore per poter rimanere sempre al top della forma.

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Cristiano Ronaldo, duro con il figlio: “Mi fa arrabbiare”

L’attaccante della Juventus, insomma, è consapevole che per diventare il migliore ed esserlo per tutta la carriera bisogna fare dei sacrifici. Un insegnamento che vuole condividere con il figlio primogenito – Cristiano Jr – sia che voglia diventare un calciatore come il padre, sia che voglia fare altro. Intervistato sulla possibilità che il figlio possa un giorno sostituirlo, infatti, Ronaldo ha dichiarato: “Non credo che attualmente abbia quello che serve per arrivare al top. A volte sono duro con lui perché beve Coca Cola e Fanta. Mi arrabbio e ci litigo quando mangia patatine fritte e cose simili, lui sa che non mi piace questa cosa”.

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Il cinque volte pallone d’oro non nega che il figlio abbia le potenzialità per riuscire, ma è convinto che per farle fruttare debba cambiare mentalità: “Onestamente ha del potenziale, è un ragazzo robusto, veloce, dribbla bene, ma ancora non è nulla. Glielo dico ogni volta perché ci vuole tanta dedizione, duro lavoro. A volte quando è a casa gli consiglio di fare il tapis roulant, di correre e un po’ e poi di fare un bagno con l’acqua fredda per recuperare. E lui si lamenta, non vuole, dice l’acqua è troppo fredda. Io lo capisco. Ha soltanto dieci anni, ma dipende tutto da lui”.

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In conclusione il portoghese dice che non lo obbligherà a diventare un calciatore, ma lo spingerà a dare il meglio di sé in qualsiasi cosa decida di fare: “Io non gli metterò nessuna pressione, non farò nulla perché lui diventi calciatore. Chiaro, si mi piacerebbe che lo diventasse, sarà lui a decidere se vorrà fare il dottore o altro. ma voglio che pensi che deve essere il migliore in qualsiasi cosa sceglierà di fare”.

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