Vaccino Covid, ipotesi obbligatorietà per i dipendenti pubblici

Il crescente scetticismo sul vaccino anche tra gli operatori sanitari ha portato a considerare l’obbligatorietà della vaccinazione per i dipendenti pubblici.

Il giorno dopo il V-day europeo ci troviamo ancora a registrare un tasso crescente di scetticismo sulla vaccinazione. Già da diverse settimane si registrano dubbi sull’efficacia e sulla volontà di sottoporsi al vaccino anti-covid, dubbi che non riguardano solamente le persone comuni, ma anche medici ed infermieri. A tal proposito si era espresso settimana scorsa il Professor Galli, dicendo senza mezzi termini che i medici e gli infermieri che non si vogliono vaccinare farebbero meglio a cambiare mestiere.

Un’opinione con cui concorda anche Massimo Andreoni, direttore del reparto Malattie Infettive del Policlinico di Tor Vergata: “La vaccinazione anti Covid per gli operatori sanitari, sia nelle Rsa che negli ospedali, dovrebbe essere obbligatoria. È un dovere etico professionale. Altrimenti, meglio cambiare mestiere”. Lo stesso Andreoni, in un’intervista concessa al Messaggero ha poi aggiunto: “Troppe volte è successo che sono stati gli operatori a portare l’infezione ai pazienti. Inoltre, non è credibile che ci sia un infermiere, un medico che sia un no-vax. Ricordiamo che queste persone hanno dovuto superare esami che riguardavano anche l’uso dei vaccini. Altrimenti vuol dire che è stato sbagliato dare la laurea a ciascuno di loro”.

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Vaccino Covid, Zampa: “Precondizione all’assunzione nel contratto”

Proprio per scongiurare un rifiuto di massa da parte degli operatori sanitari, specie quelli operanti nelle Rsa, il governo potrebbe pensare di imporre la vaccinazione a chiunque operi in contesti delicati. La mancata vaccinazione degli operatori sanitari, infatti, potrebbe compromettere la lotta al Coronavirus, vanificando la possibilità di raggiungere la tanto agognata immunità di gregge.

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Al momento non è stato fatto alcun comunicato ufficiale, né un passo concreto in tal senso. Tuttavia la sottosegretaria alla salute Sandra Zampa ha spiegato a Repubblica: “Per chi opera nell’ambito della salute il vaccino deve essere una precondizione all’assunzione da inserire nel contratto”. Sul perché di questa posizione, la sottosegretaria ha spiegato che si tratta di una questione di buon senso. Successivamente sugli operatori delle Rsa ha aggiunto: “Mi sembra ovvio e giusto che un familiare, nel momento in cui sceglie una struttura, abbia il diritto di sapere se vengono attuate tutte le precauzioni perché il proprio genitore o parente non venga danneggiato”.

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