Strage di Piazza Fontana, cosa avvenne il 12 dicembre 1969

12 dicembre 2020: oggi ricordiamo la Strage di Piazza Fontana, attentato terroristico neofascista avvenuto nel 1969. 

(Agi/Giacominofoto/Fotogramma, Foto Repertorio – 2019-11-28)

Il 12 dicembre 1969 una bomba esplose nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura in Piazza Fontana, a Milano, dando inizio alla strategia della tensione e del terrorismo neofascista in Italia. La strage di Piazza Fontana fu infatti solo il primo dei tanti attacchi che piegarono il paese fino agli anni ’80 del secolo scorso. Oggi, mezzo secolo dopo, sono stati individuati i responsabili ma non è stata messa in atto nessuna condanna. Dopo oltre 40 anni d’indagini i colpevoli della strage, neofascisti di Padova, sono stati ritenuti “non processabili” perché già stati “irrevocabilmente assolti dalla Corte d’assise d’appello di Bari” per lo stesso reato. Il bilancio finale dell’attacco terroristico è stato di 17 vittime e 88 feriti.

12 dicembre 1969, la Strage di Piazza Fontana

Nel pomeriggio di venerdì 12 dicembre 1969 la Banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana a Milano era più affollata del solito, leggiamo sui documenti ufficiali che raccontano l’accaduto. Era il giorno di mercato: imprenditori, coltivatori e allevatori si riunivano per discutere affari commerciali e compiere operazioni bancarie. Alle 16:37 una bomba di “elevata potenza” esplose nel salone centrale, bucando oltre mezzo metro di pavimento. 14 persone morirono sul colpo e altre 2 dopo un paio di settimane; una 17esima vittima morì un anno dopo la strage, a causa di una polmonite aggravata dalle lesioni sofferte durante l’attentato. Le indagini immediatamente successive scoprirono un ordigno collocato sotto ad un tavolo riservato ai clienti: si trattava di una scatola metallica contenete 7 chili di gelignite, un esplosivo di potenza superiore alla dinamite.

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Lo stesso giorno altri quattro ordigni simili vengono trovati a Milano. Alle 16:25 ne era stato scoperto uno, fortunatamente inesploso, nella Banca Commerciale Italiana in Piazza della Scala. Alle 16:55 ne esplose un secondo nel seminterrato della Banca del Lavoro in via Veneto, ferendo 14 persone; la terza esplosione avvenne sull’Altare della Patria, ferendo 4 persone, e la quarta sui gradini del Museo del Risorgimento, distruggendo il tetto dell’Ara Pacis. Il bilancio finale della giornata fu di 5 attentati nell’arco di 53 minuti, anche se l’unico a tradursi in una vera e propria strage fu quello in Piazza Fontana.

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Le indagini sulla serie di attentati sono proseguite per più di 40 anni, ma si sono concluse senza nessuna condanna definitiva nonostante sia stata accertata la responsabilità dei terroristi neofascisti. Tutte le spese processuali, come se non bastasse, sono state addossate ai parenti delle vittime.

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