Professore 33enne in terapia intensiva: “Non ho patologie, ditelo ai negazionisti”

Un professore di 33 anni ha voluto documentare su Facebook il suo ricovero per Covid, per dare una lezione ai negazionisti.

Il giovanissimo professore di Teggiano, Pierpaolo Fasano, lo scorso 17 novembre ha deciso di descrivere i sintomi del Covid-19 su Facebook. Il suo intento era quello di documentare la malattia per smontare una volta per tutte le tesi dei negazionisti. Da mesi, infatti, i più restii sostengono che il Coronavirus non è altro che una banale influenza e che lockdown e bollettini non sono altro che strumenti del governo per terrorizzarci.

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La moda della seconda ondata è “Non sono negazionista ma…”, qualcosa di simile ai razzisti che si celano dietro un dito per non essere giudicati male dalla società. A tutti loro Pierpaolo 10 giorni fa spiegava: “Questo virus ti annienta, ti priva di tutte le forze, ti fa sentire uno straccio. Febbre alta fino a 40 come se fossi in un forno, tosse continua, crampi allo stomaco, nausea, spossatezza, stanchezza, mancanza di gusto e olfatto”. Due giorni più tardi le sue condizioni sono peggiorate al punto da costringerlo ad un ricovero in ospedale.

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Professore di soli 33 anni in terapia intensiva: “Spero di non passare allo step successivo”

Collegato al casco con l’ossigeno per evitare che le sue condizioni di salute peggiorassero rapidamente e per aiutarlo a respirare, il professore ha voluto mandare un altro messaggio ai negazionisti, sottolineando che prima del covid era sano, senza patologie pregresse. Quindi ha aggiunto: “Spero di stare bene dopo essere uscito da qui e di non approdare anche allo step successivo. Davanti ai miei occhi c’è il corridoio delle intensive e da stanotte ho visto già due persone lasciarci come se fosse normale così. Impacchettati e caricati su un furgone. Il Covid-19 esiste“.

Fortunatamente oggi le sue condizioni di salute sono migliorare e Pierpaolo si è potuto alzare dal letto per la prima volta dal ricovero. Attualmente è ancora debole e prima di una dimissione ci vorrà del tempo. A dargli la forza per lottare ed uscire prima possibile dall’ospedale sono i suoi studenti che gli scrivono: “Lei è un esempio per tutti noi. Saremo qui ad aspettarla con la nostra consueta allegria”.

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