Maradona, l’amico manager: “Si è lasciato morire, adesso è in pace”

L’amico manager di Maradona, Stefano Ceci, ha dichiarato che El Pibe de oro si è lasciato morire perché si sentiva solo.

Il mondo intero in questi giorni parla della morte di Diego Maradona, ex calciatore, mito e simbolo di un’epoca, di una città – Napoli – e di un intero Paese – l’Argentina- andato via troppo presto tra liti familiari, polemiche e idolatrie. A parlare della morte del fuoriclasse argentino, in un’intervista concessa a Radio Kiss Kiss, è stato nelle scorse ore Stefano Ceci. Per 20 anni sua spalla, manager e amico, uno dei pochi che ha avuto la fortuna di conoscere l’uomo e non il mito.

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Anche oggi che Diego è nell’aldilà, la sua figura fa discutere, suscita polemiche e genera liti (quelle per l’eredità). Non c’è dubbio che Maradona sia stato più di un calciatore, è stato una figura divisiva per via delle sue abitudini fuori dal campo. Il parere di Stefano sulla sua morte è un tiro mancino, come quelli che sapeva disegnare solo il suo amico appena volato in cielo, sostiene che: “Diego si è lasciato morire“. Un concetto che Ceci esplicita meglio poco dopo: “Oggi si punta il dito su ciò che si sarebbe potuto fare. Ma è un concetto che va esteso alla sua vita intera. Diego è sempre stato solo: hanno pensato solo a Maradona. Diego era stanco, si è lasciato morire. Non voleva più vivere”.

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Maradona, l’amico manager: “E’ sempre stato solo”

Paradossalmente ad isolare Diego dal resto del mondo è stato il suo sconfinato talento. Stefano ci ricorda che: “ha smesso di essere Diego quando ha compiuto 15 anni: da quando è diventato Maradona, è rimasto da solo“. Idolatrato dalle masse, lusingato da tecnici, presidenti e agenti per via del talento, l’uomo dietro al calciatore è stato sempre messo in disparte. I successi non hanno fatto altro che acuire quella sensazione di solitudine, accrescere quella fragilità che fuori dalla sua cerchia di amici non era mai emersa chiaramente.

“Diego era una persona fragile e umile. Diego persona era l’opposto del Diego calciatore”. Una fragilità che negli ultimi mesi di vita ha avuto la meglio secondo l’amico: “Era davvero stanco. Vedevo che qualcosa non andava più come prima. Fino a due anni fa, a Dubai giocava a calcio e a padel una volta a settimana con gente di 15-20 anni in meno di lui”. Ma cosa era successo? Secondo lui la perdita dell’amore di Rocio è stato il colpo definitivo, unito alle continue liti familiari che non facevano che acuire il suo senso di sconforto. In conclusione il manager aggiunge: “Almeno adesso Diego sta con le persone che amava di più: la mamma e il papà. Adesso, Diego è in pace”.

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