Zangrillo rincara la dose: “Essere positivi non significa essere malati”

Il professor Alberto Zangrillo ha fatto il punto della situazione per quanto riguarda l’emergenza Coronavirus: le sue valutazioni

L’emergenza Coronavirus è tornata ad essere molto presente in Italia. Così è tornato a parlare Alberto Zangrillo, responsabile dell’Unità operativa di Terapia intensiva generale e Cardiovascolare dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano e prorettore dell’università Vita-Salute San Raffaele, che ha svelato le novità durante la trasmissione ‘Iceberg’ di Telelombardia: “Siamo certi che questa numerosità di tamponi eseguiti risponda a un razionale? Pensate che la numerosità dei tamponi eseguiti e il risultato che ne traiamo possa in qualche modo aiutare per esempio noi a gestire meglio i malati? Assolutamente no, perché la tempestività di intervento, la protezione degli anziani, l’adozione di corrette misure sono completamente indipendenti dai nuovi positivi”.

Leggi anche –> Coronavirus Italia 5 novembre: dati choc, 34.505 casi e 445 decessi 

Leggi anche –> Coronavirus, monito dell’Iss: “Ci sono delle ricrescite”

Zangrillo, tutta la verità del professore

Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI

Successivamente lo stesso professore ha aggiunto altre indicazioni importanti criticando anche certi comportamenti di colleghi: “Anche se c’è qualche buontempone, magari anche che lavora vicino a me, che afferma che l’equivalenza tra positività e malattia è accertata, vi assicuro di no. La malattia è malattia conclamata quando presenta quelle che sono le caratteristiche che abbiamo conosciuto purtroppo come pazienti o medici”. Infine, Zangrillo ha rivelato il suo punto di vista per contrastare l’emergenza: “Non dobbiamo concentrarci sulla numerosità dei nuovi positivi, visto che confondiamo le persone e dare loro l’apparenza che in qualche modo siano dei potenziali malati e che possano anche ammalarsi gravemente per cui queste persone arrivano in ospedale”.

 

 

Impostazioni privacy